Centrati nel corpo
Quando ci ascoltiamo, chiudiamo gli occhi o respiriamo, sentirci in contatto con il corpo, con l’ombelico, con i piedi, con il cuore o con la colonna vertebrale, ci aiuta a sentirci centrati, nella postura, nel movimento, nelle sensazioni.
In qualsiasi punto poniamo la nostra attenzione, sperimentiamo la centratura e le linee di forza della nostra architettura interiore. Sperimentiamo quello che conta davvero: la consapevolezza di avere un radicamento funzionale, interiore.
Centrati nelle relazioni
Quando interagiamo con gli altri siamo in contatto con la ragione e con le emozioni, e siamo mossi dalla fiducia. Possiamo dire di ‘sì’ più spesso di quando possiamo dire di ‘no’. Siamo in contatto con l’altro e la centratura avviene in più modi: in contatto con sé e, contemporaneamente, con l’altro. Ma quello che conta non è essere più o meno in contatto con cosa, quello che conta è la centratura. Si può parlare rimanendo in contatto con il proprio respiro o con il flusso delle proprie parole e gesti o in completo contatto fusionale con l’altro. Si può passare da una strategia all’altra, da un centro di attenzione all’altro, quello che importa è scegliere la propria inclinazione.
Centrati nel mondo: la via di mezzo
Per certe tradizioni spirituali significa non essere troppo attaccati al mondo e nemmeno troppo negativi da cercare di allontanarsene. Si tratta di una via di mezzo molto attiva: né troppo presi, né troppo distaccati. In equilibrio, immobili, centrati.
Quando si riesce ad abbandonare l’aspettativa e anche l’idea di fallimento, e cioè gli estremi di aspirazione e indifferenza, la realtà diventa quella che è: esperienza, benessere, felicità.
Si comincia col guardarsi allo specchio, spegnere la mente, accendere le emozioni, e scoprire che la personalità cambia e con essa l’intera struttura con cui osserviamo e viviamo il mondo.