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'Il vuoto delle persone speciali' di Lorenzo Manfredini

21/2/2018

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Ci sono persone speciali che costruiscono, incessantemente, cose, progetti, amori. Persone straordinarie che hanno fatto tutto: laurea, musica, sport, progetti di vita e lavoro, famiglia, figli, viaggi e sono alla ricerca di cose ancora più stimolanti. Non sono mai paghe.

Ci sono persone eccezionali invidiate per la loro capacità di vivere intensamente la vita, ma che faticano a stare nelle pause, nella vita piatta, nelle strade di mezzo, nel vuoto interiore che talvolta fa capolino.

Le persone speciali vivono la vita come un arcobaleno perché hanno saputo, a dispetto di esperienze difficili, trasformare le loro paure in coraggio. Dicono quello che pensano, si mettono in gioco ogni volta in modo diverso e vogliono guardare le stelle. Vogliono cambiare il mondo.

Ogni momento è unico e l’attesa uno spreco, una noia, un niente.

E così, quando il vuoto presenta i suoi lati nascosti e diventa dolore, ci si interroga: ‘cos’è quel vuoto che tanto mi spaventa?’

In molti casi, il vuoto è l’elemento chiave di alcuni disturbi: narcisismo (incapacità di comprendere i propri bisogni affettivi esclusi dall’idea di un sé grandioso), depressione (perdita dell’oggetto amato e incapacità di recuperarlo), borderline (cornice di una instabilità a più livelli: emotiva, cognitiva, comportamentale), alimentazione (con il rifiuto del cibo, si sperimenta la mancanza e il controllo).

All’esterno, la persona speciale, sembra non avere difetti o problemi, profuma di immediatezza, spontaneità, unicità. Crea un’invidia da far battere il cuore in amore e ammirazione.

All’interno, però, c’è un vuoto che dice: ‘Apri, dai. Entra! Soffermati, riconosci le mille emozioni del silenzio, dell’attesa, del caos, del ricordo.

E può affiorare di tutto quando l’uomo speciale si ascolta e sente le sue emozioni e pensieri barricati.

Gli spazi vuoti, gli orizzonti vuoti, le pianure vuote, tutto quello che è spoglio impressiona, ma quel vuoto siamo noi. E’ un vuoto che esprime una qualche mancanza. E’ un vuoto esatto che è inutile riempire con troppa altra roba: sesso, potere, denaro, perfezione.

Per colmare quel vuoto è necessario inserire ciò che l’ha causato. Se lo si riempie con qualsiasi altra cosa, il vuoto dilaga.

Ecco allora uno sguardo nuovo con cui esplorarlo: si fissa quel vuoto, si guardano le luci che non c’erano e si beneficia dei loro riflessi.
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Psicologo – Psicoterapeuta dell'approccio Cognitivo e Corporeo
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