
Caro Nicolò, non è facile godersela tutta dopo 35 esami a scienze motorie, sorridere dopo una presentazione di tesi di fronte ad una commissione di 5 docenti, parenti e amici. Ma così dovrebbe essere. Tutti pensiamo che finalmente si può gioire, vestirsi strani, bevendo vodka e andando in giro per il centro di Ferrara a vendere e sensibilizzare l’idea che, alla faccia dei luoghi comuni, anche un calciatore si può laureare.
Finisce un lungo percorso di studi che rappresenta un pezzo di futuro, ma preferisco vederlo come il tassello di un mosaico che si sta completando.
A quale scopo e per quale futuro, mi chiedo? Quello calcistico, con un orizzonte potenziale di 10 anni? O quello di una vita?
Vanno benissimo entrambi, ma quello che a me farebbe piacere è vedere compiuta una carriera calcistica di eccellenza con una formazione personale altrettanto degna e significativa.
Pertanto, se debbo elencare le cose che normalmente rendono esemplare un percorso di crescita, le hai compiute.
Giochi in una squadra eccellente, hai finito un corso di studi e una tesi, hai un sito e gestisci un blog, sei stato in nazionale da allievo e da universitario hai vinto i mondiali.
A queste cose aggiungerei la conoscenza di una lingua, l’aver combattuto su un ring i tuoi timori e aver sperimentato una cosa strana come un corso di sopravvivenza.
E ancora, un corso di teatro, per fluidificare il perfezionismo, un percorso di coaching per capire come formulare obiettivi di valore. E tante altre cose ancora. Più umane.
Perché ti propongo tutto questo?
Perché, secondo me, per essere pienamente se stessi, bisogna laurearsi in tutte le materie della giungla quotidiana.
Ecco, tutte queste cose tassellano l’autostima, la rendono un insieme di ricordi riproducibili alla bisogna e soprattutto rendono concreti gli sforzi spesi per realizzare dei sogni che il corpo e una vita sana, ricercano: risate e catarsi, lavoro e gioco, amore e gioia.
Si parte dal corpo (lo hai fatto!), sei passato dal cuore (hai sofferto e gioito!), hai raggiunto la mente (hai creato mappe del futuro!); adesso puoi andare oltre.
Finisce un lungo percorso di studi che rappresenta un pezzo di futuro, ma preferisco vederlo come il tassello di un mosaico che si sta completando.
A quale scopo e per quale futuro, mi chiedo? Quello calcistico, con un orizzonte potenziale di 10 anni? O quello di una vita?
Vanno benissimo entrambi, ma quello che a me farebbe piacere è vedere compiuta una carriera calcistica di eccellenza con una formazione personale altrettanto degna e significativa.
Pertanto, se debbo elencare le cose che normalmente rendono esemplare un percorso di crescita, le hai compiute.
Giochi in una squadra eccellente, hai finito un corso di studi e una tesi, hai un sito e gestisci un blog, sei stato in nazionale da allievo e da universitario hai vinto i mondiali.
A queste cose aggiungerei la conoscenza di una lingua, l’aver combattuto su un ring i tuoi timori e aver sperimentato una cosa strana come un corso di sopravvivenza.
E ancora, un corso di teatro, per fluidificare il perfezionismo, un percorso di coaching per capire come formulare obiettivi di valore. E tante altre cose ancora. Più umane.
Perché ti propongo tutto questo?
Perché, secondo me, per essere pienamente se stessi, bisogna laurearsi in tutte le materie della giungla quotidiana.
Ecco, tutte queste cose tassellano l’autostima, la rendono un insieme di ricordi riproducibili alla bisogna e soprattutto rendono concreti gli sforzi spesi per realizzare dei sogni che il corpo e una vita sana, ricercano: risate e catarsi, lavoro e gioco, amore e gioia.
Si parte dal corpo (lo hai fatto!), sei passato dal cuore (hai sofferto e gioito!), hai raggiunto la mente (hai creato mappe del futuro!); adesso puoi andare oltre.