
Ogni giorno facciamo molte cose: ci alziamo, andiamo al lavoro, ci relazioniamo, soffriamo, amiamo. Ma ci stiamo bene?
Qualsiasi cosa accada, abbiamo la possibilità di percepirla come un flusso di eventi che riflettono i nostri stati interni. Ma, appunto, mentre viviamo quello che viviamo, ci stiamo bene?
Sentire che il tran tran quotidiano brucia i giorni; essere in vacanza e sentire qualcosa di inspiegabile che ci inquieta, ci fa stare bene?
La musica del corpo con le sue sensazioni ed emozioni, la mente con le sue immagini, pensieri, ragionamenti, ci interessa capirli e stare bene, nonostante tutto?
Dobbiamo fare un esame importante e sentiamo molta ansia. Ci stiamo bene in quell'ansia? Dobbiamo fare l’amore senza provare distanza. Ci stiamo bene in quell'intervallo? Abbiamo un mal di testa che perdura nel tempo. Ci stiamo bene in quella condizione? Abbiamo problemi di coppia o di lavoro, ci stiamo bene in quelle occasioni?
La risposta più ovvia è ‘no!, starei bene se fossi calmo, controllato, tranquillo, in armonia’. Così ci risponderemmo.
In qualsiasi modo si possa stare, e questa è una sfida importante per ciascuno di noi, ‘qualsiasi cosa accada’, se lo vogliamo, abbiamo la possibilità di percepire forme in movimento e spazi di ascolto sentito. Possiamo porci domande utili, come ad esempio: ’cosa provo veramente?’, ‘cosa è importante per me adesso?’ E liberare intuizioni e nuovi significati dalle nostre ‘sensazioni guida’.
E’ un compito stimolante, accedere all'idea che ‘qualsiasi cosa avvenga’, va bene. C’è la possibilità di osservare qualcosa di ‘spiacevole’ con un’altra luce. Uno sfondo dal quale si propagano parole e gesti, immagini e suoni, che si adattano perfettamente a ciò che proviamo e che risponde alla domanda ‘ma, anche se sto male, ci sto bene?’
Riuscire a riconoscere una ’sensazione sentita’ e percepire i cambiamenti nel corpo, può educarci all'ascolto e all'integrazione delle differenze.
Accogliere un cambiamento, fosse anche un piccolo rilassamento o un leggero sollievo, può permettere l’accesso ad una risorsa fondamentale della vita psicologica di ognuno di noi: ascoltare il pensiero del corpo, svelare le sensazioni, meditare sul movimento che c’è.
Qualsiasi cosa accada, abbiamo la possibilità di percepirla come un flusso di eventi che riflettono i nostri stati interni. Ma, appunto, mentre viviamo quello che viviamo, ci stiamo bene?
Sentire che il tran tran quotidiano brucia i giorni; essere in vacanza e sentire qualcosa di inspiegabile che ci inquieta, ci fa stare bene?
La musica del corpo con le sue sensazioni ed emozioni, la mente con le sue immagini, pensieri, ragionamenti, ci interessa capirli e stare bene, nonostante tutto?
Dobbiamo fare un esame importante e sentiamo molta ansia. Ci stiamo bene in quell'ansia? Dobbiamo fare l’amore senza provare distanza. Ci stiamo bene in quell'intervallo? Abbiamo un mal di testa che perdura nel tempo. Ci stiamo bene in quella condizione? Abbiamo problemi di coppia o di lavoro, ci stiamo bene in quelle occasioni?
La risposta più ovvia è ‘no!, starei bene se fossi calmo, controllato, tranquillo, in armonia’. Così ci risponderemmo.
In qualsiasi modo si possa stare, e questa è una sfida importante per ciascuno di noi, ‘qualsiasi cosa accada’, se lo vogliamo, abbiamo la possibilità di percepire forme in movimento e spazi di ascolto sentito. Possiamo porci domande utili, come ad esempio: ’cosa provo veramente?’, ‘cosa è importante per me adesso?’ E liberare intuizioni e nuovi significati dalle nostre ‘sensazioni guida’.
E’ un compito stimolante, accedere all'idea che ‘qualsiasi cosa avvenga’, va bene. C’è la possibilità di osservare qualcosa di ‘spiacevole’ con un’altra luce. Uno sfondo dal quale si propagano parole e gesti, immagini e suoni, che si adattano perfettamente a ciò che proviamo e che risponde alla domanda ‘ma, anche se sto male, ci sto bene?’
Riuscire a riconoscere una ’sensazione sentita’ e percepire i cambiamenti nel corpo, può educarci all'ascolto e all'integrazione delle differenze.
Accogliere un cambiamento, fosse anche un piccolo rilassamento o un leggero sollievo, può permettere l’accesso ad una risorsa fondamentale della vita psicologica di ognuno di noi: ascoltare il pensiero del corpo, svelare le sensazioni, meditare sul movimento che c’è.