
Il principio di piacere ci dice ‘espanditi in ogni direzione, esprimi la tua energia vitale, fai quello che vuoi, più che puoi’. Il principio di realtà (genitori, altri, mondo) ci frena, ci limita, ci regola con l’interiorizzazione del super-io e, con l’evoluzione dell’Io-governo, ci invita a venire a patti con la società, con il tempo e con i nostri bisogni.
Immaginiamo che la nostra energia vitale incontri un ostacolo, un genitore o un adulto che in buona fede ci dica di no, che controlli o che ci punisca per il nostro bene, per contenere o per educare. Cosa succede a quell’energia espansiva?
Nell’incontrare l’ostacolo, il primo effetto di quell’energia è che si rivolge verso di noi e diventa autogiudizio e disvalore (‘non esisto, non sono, non valgo, non merito, non sono degno’). L’ostacolo diventa lo specchio di un ripiegamento doloroso.
Ma diventa anche sfida e opposizione, rabbia verso l’intralcio. Una parte di quell’energia si rivolge all’impedimento e a tutto ciò che può avere quel sapore e diventa ‘oggetto’ da abbattere, su cui investire la propria rabbia in un ‘muori’, ‘ti distruggo, non ti amo, te la faccio pagare’.
Ma poi avviene una terza fase.
Immaginate un bambino che ha compiuto una marachella che la mamma punisce con sculacciate più o meno meritate. Il bambino piange, va via dalla mamma, corre nella sua stanza, ma dopo un secondo scatta il bisogno di rifugiarsi tra braccia rassicuranti. Fugge dal dolore della punizione e nello stesso tempo sperimenta la sua fragilità e dipendenza. Ha bisogno del conforto amorevole della mamma. In una frazione di secondo si consuma l’angoscia della punizione, la rabbia distruttiva e l’esigenza di trovare consolazione. La trova nella maschera, nell’adattamento, nell’essere ciò che l’ambiente ‘educativo’ chiede.
Da una parte prova la spiacevole sensazione di ‘non valgo’, dall’altra fantastica sulla ’morte’ del nemico, dall’altra ancora pensa ‘devo pur sopravvivere: va bene, sarò come tu mi vuoi’.
Non succede a tutti così? Quando siamo troppo bravi, troppo arrabbiati o troppo negativi, dietro, da qualche parte, c’è tanto altro: il bisogno di esprimere la nostra energia vitale senza troppi ostacoli.