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Se ti senti tradito, come reagisci? di Lorenzo Manfredini

12/11/2015

1 Commento

 
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Non è andata bene. Il rapporto è finito, non ti ama più, non ti desidera più, non ti vuole più. Dopo tanto tempo, non te l’aspettavi. E ti chiedi: ‘come debbo reagire?’.

Ti arrabbi, lo butti fuori dalla tua vita, lo ripaghi della stessa moneta, lo distruggi con gli avvocati? O, nel frattempo, fai il ‘mea culpa’, ti abbatti da sola o ti deprimi? Oppure?

La modalità della ritorsione ‘dente per dente’ o quella della vittima ‘chissà cosa sarà di me’, è purtroppo la norma almeno inizialmente. Molti uomini e donne nel cercare di avere questo e quello, amante e famiglia, non riescono a sopprimere, frenare o cambiare una parte dei loro bisogni o delle loro realtà. Sono irretiti da istanze ugualmente sentite e cercano i modi per sopravvivere in situazioni difficili senza amputare qualcosa di prezioso. Alla fine, esausti, prendono decisioni e fanno scelte.

Qualcuno soffre moltissimo e quando incrocia la ‘malattia’ della reattività non ce n’è per nessuno. Rabbia, pianti, solitudine, paura. L’altro decide, il mondo è forte, la realtà è mal disposta e si subisce una direzione di infelicità.

Quali sono, allora, i modi alternativi di affrontare queste cose così toccanti? Riusciamo ad assumerci la responsabilità della vita che resta e che vogliamo vivere?

Un paradigma molto forte, dopo la sofferenza che si cura con la resa e con il tempo che passa, è quello di sciogliere le proiezioni di un mondo rassicurante, riconoscendo le proprie responsabilità e comportamenti. La realtà che mette in evidenza i problemi, ci travolge. Si inizia una terapia.

Un altro sistema è quello di accettare, comprendere, perdonare, ringraziare, lasciar andare. Non avendo compreso il perché delle cause, si agisce con l’accettazione e il perdono, e si lascia perdere. Si sposta il fuoco su valori differenti, si prega e ci si pone domande nuove.

Un altro modo è quello di assumersi la responsabilità degli accadimenti e delle scelte (anche di altri), non si scava la fossa delle ragioni, ma si distoglie l’attenzione dal complesso della realtà, dal karma sfortunato e dalla personalità problematica, e si osserva l’arto amputato.

Non è successo solo a noi, è stata un’operazione necessaria.

Si medita e ci si identifica in qualcos'altro. Si guardano le cose dall’altro capo del mondo. E come osservatori di una nuova realtà ci si proietta nel gioco immaginario di tutta un’altra esistenza. 

1 Commento
Titti 08
21/11/2015 05:27:25 am

Controlli da tempo il telefono, sperando sempre di non trovare niente, nel tuo cuore sai; ma cerchi di cacciarlo dalla mente.
SMS..Buon giorno Principessa amore mio dolcissimo .............parole che avreii voluto per me....e alllora , allora .....mi sento vacillare , un fiume di lava incandescente, inizia a scorrere nelle mie vene, mi sento bruciare dentro , e il fiume incandescente arriva la cuore, Batte, batte, così forte che il dolore fisico che sento mi da la sensazione che stia scavando nel mio petto, per uscire ,andare via , lonntano per non sentire più dolore.
Mi sento svenire, devo vomitare, poi cerco la " droga " ( Xanax 15 /, 20 gocce non lo so), la droga funziona il cuore ritorna nel suo petto, mi siedo attendo che Lui torni dalla sua corsa mattutina,..apre la porta e leggo con il suo telefono in mano, quellle parole, quelle che si era dimenticato di cancellare, e al suo falso pianto alle sue deboli scuse....vomito con rabbbia fiumi di insulti, di parole che nemmeno pensavo di conoscere :
La droga è svanita ritorna il dolore , tradita ! mi sento amputata, , arriva la paura, la delusione , l'umiliazione , il disorientamento .
Il dolore mi toglie quella maschera di falsa sicurezza che avevo di lui di noi, e giorno dopo giorno, dopo notti senza sonno , con fatica diminuisce la rabbia ,arriva la consapevolezza , devo lasciare uscire da me le emozioni, devo accogliere il dolore , lo devo osservare, e poi lo devo liberare:Ora io posso accetare ... cercare di comprendere , ma perdonare.... per ora no . So però che devo ricominciare DA ME , devo forgiare una nuova me stessa, mi ero seduta passivamente , ad amare, dare tenerezza , aiuto e comprenzione , ad una figura idealizzata, immaginata e falsa , tenevo in vita qualcosa che non lo meritava davvero!

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Psicologo – Psicoterapeuta dell'approccio Cognitivo e Corporeo
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