
Si può cambiare un atteggiamento negativo, depresso, catastrofico, senza sapere perché e sperare che questa magia duri per sempre?
Si può non superare un esame o rifiutare un voto che non rappresenta la nostra preparazione, impegno, capacità ed esserne contenti, trovando strana la nostra reazione di fronte a un possibile fallimento o rinuncia?
Nel nostro carniere abbiamo molte possibili opzioni.
Si possono provare emozioni che destabilizzano e che vengono amplificate da esperienze quotidiane e da stati interni apparentemente non controllabili come i fattori ormonali o ambientali.
Con la semplice osservazione e in modo più raffinato, con opportune strategie conoscitive, si possono riconoscere i processi mentali che le accrescono e gli atteggiamenti di fondo che le esaltano, come ad esempio il perfezionismo. Si può anche riconoscere i propri errori, ci si può paragonare agli altri e vedersi con un meno davanti. Si può provare gelosia e vedere il riaccendersi di storie negative del passato. Si può avere un persistente giudizio critico e non venirne fuori da soli.
Tutto questo è verosimile e spesso è la norma.
Questa ordinaria normalità, può essere invertita quando si riesca a privilegiare la soggettività come nuovo paradigma degli avvenimenti che ci accadono, con la possibilità di trasformare il peso di ciò che vediamo e pensiamo.
Non illudendoci che l’alba di un nuovo pensiero sia per sempre, ma alleandoci con l’idea che l’oggi è così, e si può accettare, e che il domani ci vedrà capaci di scegliere dove gettare lo sguardo, nonostante tutto.
Si può non superare un esame o rifiutare un voto che non rappresenta la nostra preparazione, impegno, capacità ed esserne contenti, trovando strana la nostra reazione di fronte a un possibile fallimento o rinuncia?
Nel nostro carniere abbiamo molte possibili opzioni.
Si possono provare emozioni che destabilizzano e che vengono amplificate da esperienze quotidiane e da stati interni apparentemente non controllabili come i fattori ormonali o ambientali.
Con la semplice osservazione e in modo più raffinato, con opportune strategie conoscitive, si possono riconoscere i processi mentali che le accrescono e gli atteggiamenti di fondo che le esaltano, come ad esempio il perfezionismo. Si può anche riconoscere i propri errori, ci si può paragonare agli altri e vedersi con un meno davanti. Si può provare gelosia e vedere il riaccendersi di storie negative del passato. Si può avere un persistente giudizio critico e non venirne fuori da soli.
Tutto questo è verosimile e spesso è la norma.
Questa ordinaria normalità, può essere invertita quando si riesca a privilegiare la soggettività come nuovo paradigma degli avvenimenti che ci accadono, con la possibilità di trasformare il peso di ciò che vediamo e pensiamo.
Non illudendoci che l’alba di un nuovo pensiero sia per sempre, ma alleandoci con l’idea che l’oggi è così, e si può accettare, e che il domani ci vedrà capaci di scegliere dove gettare lo sguardo, nonostante tutto.