
Quando si è troppo sensibili lo si è in ogni dimensione dell’essere: si è sensibili alla luce del sole come alla percezione della luce interiore; si è sensibili all'erba, agli odori e alle differenze della natura, come agli eventi interiori; si è sensibili all'acqua di cui se ne sente la sostanza e la consistenza mentre scorre sul corpo, fintanto che si percepiscono le onde interiori della propria essenza: un tutto che accresce sensazioni, emozioni, pensieri, fantasia ... vita.
Questa sensibilità amplificata, nella vita adulta, è necessaria per percepire cose profonde come l’amore, l’empatia, la gioia, la felicità. Ma quando è negata da bambini, perché la realtà si mostra cruda, eccessiva, triste, ci si difende con la fantasia e i sogni ad occhi aperti, creando un altro mondo per poter continuare a sentire la bellezza del corpo che ondeggia sulla schiuma del mare interno.
Si crea però una dicotomia, una dissonanza: fuori, un freddo cane e la miseria della vita; dentro, un consumo sfrenato di ogni brandello di emozione.
Ognuna di queste cose diventa difficile: si diventa insensibili al mondo reale, che diventa opaco; si diventa entronauti di un luogo interiore, incontrollato, che non è facile condividere.
In questi casi occorre riconquistare il sentire, ritrovare le sensazioni: meno pensieri, meno visioni oniriche, più sensazione. Più vita del cuore e meno della testa. Più corpo e più anima.
Occorre rientrare nel corpo, nei suoi ritmi innocenti, per sviluppare la consapevolezza e l’abilità di accompagnare ciò che accade dentro. Anche quando si tratta di ansia, di paura, di anergia, di depressione.
Occorre crescere da ogni punto di vista e soddisfare i desideri sospesi di un bambino onnipresente che si dissolve insieme alla sua gabbia.
Questa sensibilità amplificata, nella vita adulta, è necessaria per percepire cose profonde come l’amore, l’empatia, la gioia, la felicità. Ma quando è negata da bambini, perché la realtà si mostra cruda, eccessiva, triste, ci si difende con la fantasia e i sogni ad occhi aperti, creando un altro mondo per poter continuare a sentire la bellezza del corpo che ondeggia sulla schiuma del mare interno.
Si crea però una dicotomia, una dissonanza: fuori, un freddo cane e la miseria della vita; dentro, un consumo sfrenato di ogni brandello di emozione.
Ognuna di queste cose diventa difficile: si diventa insensibili al mondo reale, che diventa opaco; si diventa entronauti di un luogo interiore, incontrollato, che non è facile condividere.
In questi casi occorre riconquistare il sentire, ritrovare le sensazioni: meno pensieri, meno visioni oniriche, più sensazione. Più vita del cuore e meno della testa. Più corpo e più anima.
Occorre rientrare nel corpo, nei suoi ritmi innocenti, per sviluppare la consapevolezza e l’abilità di accompagnare ciò che accade dentro. Anche quando si tratta di ansia, di paura, di anergia, di depressione.
Occorre crescere da ogni punto di vista e soddisfare i desideri sospesi di un bambino onnipresente che si dissolve insieme alla sua gabbia.