
Da fidanzati, ogni programma diviene una Pasqua, ogni idea di trasforma in emozioni vissute, ogni esperienza diventa un esempio di curiosità e di novità.
Da sposati, con figli, la Pasqua diventa familiare e il tempo non scorre. Le idee diventano sogni e la realtà incupisce il progetto, mai pago, di sentirsi padroni del proprio tempo.
Il marito è percepito come immaturo ed egoista. La moglie è identificata come comandante del tempo e controllante. Entrambi sono in affanno.
Da fidanzati, i progetti erano emozionanti, stimolanti e appaganti. Da genitori, gli impegni di trasformano in indifferenza, dovere, egoismo, sopravvivenza.
In due parole: poca comunicazione, poco ascolto, molte pretese.
In pratica, l’uno non riesce ad adattarsi e a sciogliere alcuni capisaldi limitanti, l’altra non riesce a percepire delle basi sicure.
L’uno immette inquinanti e barriere alla comunicazione, l’altra fatica ad entrare nel mondo dell’altro che non parla.
L’uno controbatte e critica, l’altra non riesce a creare un silenzio interno prima di parlare.
Entrambi traducono la mente dell’altro e ne fanno teorie, esercitano bisogni inappagati e pretese.
Entrambi sono pronti a volare: dall’avvocato, penso!
Ci sono parti di noi che non ascoltano e non fanno silenzio, ma controbattono e urlano. Sono accomunate da intensi bisogni di inadeguatezza.
Avendo eccessive pretese, non possono accogliere l’altro e ascoltarlo in reale silenzio. E non possono facilmente imparare a cambiare.
Di tanto in tanto, è utile comprendere il brodo in cui si è immersi: capire quale tipo di nuoto sia utile compiere e camminare con le ginocchia nella consapevolezza.
Da sposati, con figli, la Pasqua diventa familiare e il tempo non scorre. Le idee diventano sogni e la realtà incupisce il progetto, mai pago, di sentirsi padroni del proprio tempo.
Il marito è percepito come immaturo ed egoista. La moglie è identificata come comandante del tempo e controllante. Entrambi sono in affanno.
Da fidanzati, i progetti erano emozionanti, stimolanti e appaganti. Da genitori, gli impegni di trasformano in indifferenza, dovere, egoismo, sopravvivenza.
In due parole: poca comunicazione, poco ascolto, molte pretese.
In pratica, l’uno non riesce ad adattarsi e a sciogliere alcuni capisaldi limitanti, l’altra non riesce a percepire delle basi sicure.
L’uno immette inquinanti e barriere alla comunicazione, l’altra fatica ad entrare nel mondo dell’altro che non parla.
L’uno controbatte e critica, l’altra non riesce a creare un silenzio interno prima di parlare.
Entrambi traducono la mente dell’altro e ne fanno teorie, esercitano bisogni inappagati e pretese.
Entrambi sono pronti a volare: dall’avvocato, penso!
Ci sono parti di noi che non ascoltano e non fanno silenzio, ma controbattono e urlano. Sono accomunate da intensi bisogni di inadeguatezza.
Avendo eccessive pretese, non possono accogliere l’altro e ascoltarlo in reale silenzio. E non possono facilmente imparare a cambiare.
Di tanto in tanto, è utile comprendere il brodo in cui si è immersi: capire quale tipo di nuoto sia utile compiere e camminare con le ginocchia nella consapevolezza.