
Quando non sei presente in casa, al lavoro, in piazza rimane l’odore di chi sei. Gli altri lo sentono e lo plasmano arricchendolo delle loro opinioni. Nelle tue proiezioni pubbliche c’è l’alone di come vieni percepito e monitorato. Attraverso le loro definizioni, scopri chi sei e qual è il tuo marchio distintivo nel mondo.
In genere temiamo molto il giudizio altrui, per cui vale la pena riconoscere quali sono le possibili reazioni quando si viene disapprovati.
Prima reazione. Vieni criticato. Fai finta che non sia successo niente. Ci stai malissimo. Ti senti perduto, non puoi farci nulla, non è colpa tua. Ti devi impegnare molto per superare il tuo malessere.
Seconda reazione. Vieni criticato. Hai preso atto delle critiche. Fai finta che non siano avvenute, ma le subisci. Non puoi credere di essere ancora preso di mira e dai la colpa a qualche cretino di turno. Non è colpa tua e ti ci vuole un sacco di tempo per superare le dicerie sul tuo conto.
Terza reazione. Vieni criticato. Hai preso atto delle critiche, delle quali sei consapevole, ma ricadi nell’abitudine. Ci stai male. Ti rendi conto di avere sbagliato. Ti assumi la responsabilità. Fai qualcosa.
Quarta reazione. Vieni criticato. Ascolti le opinioni altrui. Ti confronti e poi vai per la tua strada.
Quinta reazione. Sei stanco degli atteggiamenti critici e vai diritto per un’altra strada.
Tutto questo riguarda le nostre reazioni più o meno consapevoli. Il fatto è che quando ci presentiamo al mondo è bene porci una domanda su chi siamo, come desideriamo proporci e avere ben chiaro il curriculum che vogliamo mostrare. Semplice, breve, ricco di fatti, come richiesto da chi vuole vedere una persona che applica l’intelligenza. Non servono troppe foto, gli autoelogi o le nostre opinioni sul mondo.
Contano i valori e gli sforzi che si è fatto per diventare ciò che si è. Contano le capacità, le competenze, l’affidabilità, la voglia di imparare e di cercare, attraverso i problemi, di crescere umanamente e professionalmente. Pertanto, facciamoci vedere per come siamo: pezzi unici, più che uomini a pezzi.
Uomini capaci di entrare nella vita con la propria complessità.
In genere temiamo molto il giudizio altrui, per cui vale la pena riconoscere quali sono le possibili reazioni quando si viene disapprovati.
Prima reazione. Vieni criticato. Fai finta che non sia successo niente. Ci stai malissimo. Ti senti perduto, non puoi farci nulla, non è colpa tua. Ti devi impegnare molto per superare il tuo malessere.
Seconda reazione. Vieni criticato. Hai preso atto delle critiche. Fai finta che non siano avvenute, ma le subisci. Non puoi credere di essere ancora preso di mira e dai la colpa a qualche cretino di turno. Non è colpa tua e ti ci vuole un sacco di tempo per superare le dicerie sul tuo conto.
Terza reazione. Vieni criticato. Hai preso atto delle critiche, delle quali sei consapevole, ma ricadi nell’abitudine. Ci stai male. Ti rendi conto di avere sbagliato. Ti assumi la responsabilità. Fai qualcosa.
Quarta reazione. Vieni criticato. Ascolti le opinioni altrui. Ti confronti e poi vai per la tua strada.
Quinta reazione. Sei stanco degli atteggiamenti critici e vai diritto per un’altra strada.
Tutto questo riguarda le nostre reazioni più o meno consapevoli. Il fatto è che quando ci presentiamo al mondo è bene porci una domanda su chi siamo, come desideriamo proporci e avere ben chiaro il curriculum che vogliamo mostrare. Semplice, breve, ricco di fatti, come richiesto da chi vuole vedere una persona che applica l’intelligenza. Non servono troppe foto, gli autoelogi o le nostre opinioni sul mondo.
Contano i valori e gli sforzi che si è fatto per diventare ciò che si è. Contano le capacità, le competenze, l’affidabilità, la voglia di imparare e di cercare, attraverso i problemi, di crescere umanamente e professionalmente. Pertanto, facciamoci vedere per come siamo: pezzi unici, più che uomini a pezzi.
Uomini capaci di entrare nella vita con la propria complessità.