
Pedalare nei boschi dietro casa, non solo rappresenta una meraviglia per il corpo che si ritrova e per i sensi che si nutrono di sensazioni, di colori, di profumi, ma si configura come arricchimento del nostro paesaggio interiore, come un progetto di risanamento più ampio, psicologico ed emozionale.
Nell'immaginario comune, attorno all'idea del bosco si coagulano una serie di connotati e suggestioni tutto sommato simili e comuni, che spaziano fra un'idea positiva, quella di un contesto ambientale rigoglioso, brulicante di vita e incontaminato, gradevole e riposante, e un'idea negativa, di luogo oscuro e misterioso, di entità impenetrabile, inquietante, ostile.
Nel bosco ci sono sentieri sterrati, impervi, antichi, che attraversano il territorio, ne definiscono il paesaggio e ci immergono in spazi di meditazione e di meraviglia. La metafora del sentiero è un’allegoria della vita, della mappa delle parole, dei pensieri, che orientano le scelte e le conoscenze.
A volte i sentieri della vita si interrompono e finiscono nel bosco, dove si entra in un altro mondo, riconosciuto anticamente come luogo del sacro, radura di una apparizione che sconfina nello spaesamento, nel guardare e nel passare oltre.
Nel perdersi e nel ritrovarsi, il bosco diventa uno spazio di appartenenza, identità, rispetto, cura. Diventa spazio di esplorazione e di esperienze in vista di un possibile orientamento, un orizzonte ortogonale che costringe a guardare in alto e in basso, davanti e dietro, per scoprire le nostre polarità, la nostra immaginazione, la nostra eredità naturale.
Nell'immaginario comune, attorno all'idea del bosco si coagulano una serie di connotati e suggestioni tutto sommato simili e comuni, che spaziano fra un'idea positiva, quella di un contesto ambientale rigoglioso, brulicante di vita e incontaminato, gradevole e riposante, e un'idea negativa, di luogo oscuro e misterioso, di entità impenetrabile, inquietante, ostile.
Nel bosco ci sono sentieri sterrati, impervi, antichi, che attraversano il territorio, ne definiscono il paesaggio e ci immergono in spazi di meditazione e di meraviglia. La metafora del sentiero è un’allegoria della vita, della mappa delle parole, dei pensieri, che orientano le scelte e le conoscenze.
A volte i sentieri della vita si interrompono e finiscono nel bosco, dove si entra in un altro mondo, riconosciuto anticamente come luogo del sacro, radura di una apparizione che sconfina nello spaesamento, nel guardare e nel passare oltre.
Nel perdersi e nel ritrovarsi, il bosco diventa uno spazio di appartenenza, identità, rispetto, cura. Diventa spazio di esplorazione e di esperienze in vista di un possibile orientamento, un orizzonte ortogonale che costringe a guardare in alto e in basso, davanti e dietro, per scoprire le nostre polarità, la nostra immaginazione, la nostra eredità naturale.