
Non ti prendere sul serio, la lezione di Razzi, potrebbe risultare terapeutica.
Il senatore Razzi si è distinto per le sue gaffe solari e non si è bruciato. Anzi. Ha proposto a Crozza di fare uno spettacolo insieme perché avrebbero sbancato l’Auditel. Che meraviglia!
Facciamo un passo indietro e parliamo della persona che prende tutto sul personale, che vive male le critiche, che fatica ad essere flessibile e che vive con il ‘conflitto dell’ascensore’, quello dei ruoli quotidiani.
Il nostro perfettibile protagonista spera sempre nel piano B: saper affrontare gli imprevisti e portare la propria realizzazione dentro un computer mentale per perfezionarla. Senza interlocutori estranei, senza confronti, senza critiche. Accogliendo solo le proprie critiche: severe, ridondanti, elaborate.
Quando si convince a mettere il naso fuori di casa, piano A, ogni ‘prova’ diventa un concetto, un’esperienza dalle troppe variabili.
In successione, rimanda alla prossima ora, al giorno avanti, alla prossima settimana, all’anno che viene.
La sperimentazione sub-sonica della vita e le prove di ogni momento, diventano segreti che desidera tenere per sé. Segreti che vorrebbe condividere solo con persone speciali, o con un mentore che commenta, che da indicazioni, che capisce i rimpianti.
E’ il professionismo ansioso, quello che teme di sbagliare, o di non sapere come aggiustare una virgola, un tono, una parola; quello che non elabora i consigli di ‘provaci … dai! Quello che si fraintende da solo.
E allora, caro protagonista, non ti prendere sul serio, fai come Razzi, sorridi, il film è quasi finito, la formazione è consumata e puoi ridere. Ridere anche delle tue fragilità e timidezze. Non ti dispiacere di qualsiasi cosa, i limiti ce li hanno anche gli altri. Per comprenderci hanno solo bisogno di più informazioni.
Il senatore Razzi si è distinto per le sue gaffe solari e non si è bruciato. Anzi. Ha proposto a Crozza di fare uno spettacolo insieme perché avrebbero sbancato l’Auditel. Che meraviglia!
Facciamo un passo indietro e parliamo della persona che prende tutto sul personale, che vive male le critiche, che fatica ad essere flessibile e che vive con il ‘conflitto dell’ascensore’, quello dei ruoli quotidiani.
Il nostro perfettibile protagonista spera sempre nel piano B: saper affrontare gli imprevisti e portare la propria realizzazione dentro un computer mentale per perfezionarla. Senza interlocutori estranei, senza confronti, senza critiche. Accogliendo solo le proprie critiche: severe, ridondanti, elaborate.
Quando si convince a mettere il naso fuori di casa, piano A, ogni ‘prova’ diventa un concetto, un’esperienza dalle troppe variabili.
In successione, rimanda alla prossima ora, al giorno avanti, alla prossima settimana, all’anno che viene.
La sperimentazione sub-sonica della vita e le prove di ogni momento, diventano segreti che desidera tenere per sé. Segreti che vorrebbe condividere solo con persone speciali, o con un mentore che commenta, che da indicazioni, che capisce i rimpianti.
E’ il professionismo ansioso, quello che teme di sbagliare, o di non sapere come aggiustare una virgola, un tono, una parola; quello che non elabora i consigli di ‘provaci … dai! Quello che si fraintende da solo.
E allora, caro protagonista, non ti prendere sul serio, fai come Razzi, sorridi, il film è quasi finito, la formazione è consumata e puoi ridere. Ridere anche delle tue fragilità e timidezze. Non ti dispiacere di qualsiasi cosa, i limiti ce li hanno anche gli altri. Per comprenderci hanno solo bisogno di più informazioni.