
C’è sempre qualcosa di cui non siamo contenti e che arricchisce le nostre ambivalenze. Abbiamo un lavoro, ne vogliamo uno diverso. Facciamo delle scelte sbagliate, ne coltiviamo il rimpianto. Abbiamo una casa, la vorremmo in un posto diverso. Abbiamo avuto una certa educazione, siamo arrabbiati con i nostri genitori anche a distanza di anni. Diciamo di fare pace con il mondo e siamo pronti a innescare bombe di emozioni.
Certo, quando le equazioni da gestire sono troppe, il lato dark fa capolino e i sensi di ragno intrappolano la realtà. Le passioni diventano fiammate, il guardare avanti diventa guardare indietro, i flussi diventano ri-flussi.
Parlando a se stessi e alla propria compagna, una coppia si è infranta sugli scogli.
Come due naufraghi e il cuore lontano, i due protagonisti oscillano tra la tenue speranza e la disperazione. Chissà da dove riprendere il filo, si chiedono. Da una normalità vuota, o da una resa senza vita?
E quando si riparleranno, cosa faranno? Nella mente cosa penseranno: ‘lo abbraccio, o lo lascio!?’. Ma come si fa ad aprire le braccia ai sentimenti di odio e di affetto, contrapposti?
Tutto deve essere rimodulato. Come dopo un terremoto, c’è da ricostruire un altrove, o da ristrutturare quello che rimane.
Ma come si fa a negoziare su intimità, affetti, paure, qualità del dialogo?
L’agenda è severa: c’è disagio e bisogno di preservare la propria autostima; c’è disappunto per le emozioni distruttive vissute nel periodo; c’è l’aspettativa di subire un rifiuto; c’è la paura di un futuro senza amore; ci sono problemi più generali di sopravvivenza; c’è da valutare se proseguire la relazione; c’è reticenza di parlare di cosa si sta vivendo davvero; c’è la paura di perdere se stessi.
La risposta la sappiamo ma è difficile formularla chiaramente: ‘non mi debbo aspettare niente …!’.
Certo, quando le equazioni da gestire sono troppe, il lato dark fa capolino e i sensi di ragno intrappolano la realtà. Le passioni diventano fiammate, il guardare avanti diventa guardare indietro, i flussi diventano ri-flussi.
Parlando a se stessi e alla propria compagna, una coppia si è infranta sugli scogli.
Come due naufraghi e il cuore lontano, i due protagonisti oscillano tra la tenue speranza e la disperazione. Chissà da dove riprendere il filo, si chiedono. Da una normalità vuota, o da una resa senza vita?
E quando si riparleranno, cosa faranno? Nella mente cosa penseranno: ‘lo abbraccio, o lo lascio!?’. Ma come si fa ad aprire le braccia ai sentimenti di odio e di affetto, contrapposti?
Tutto deve essere rimodulato. Come dopo un terremoto, c’è da ricostruire un altrove, o da ristrutturare quello che rimane.
Ma come si fa a negoziare su intimità, affetti, paure, qualità del dialogo?
L’agenda è severa: c’è disagio e bisogno di preservare la propria autostima; c’è disappunto per le emozioni distruttive vissute nel periodo; c’è l’aspettativa di subire un rifiuto; c’è la paura di un futuro senza amore; ci sono problemi più generali di sopravvivenza; c’è da valutare se proseguire la relazione; c’è reticenza di parlare di cosa si sta vivendo davvero; c’è la paura di perdere se stessi.
La risposta la sappiamo ma è difficile formularla chiaramente: ‘non mi debbo aspettare niente …!’.