
Quando si dice ad un compagno/a: ‘perché non cambi?, te l’ho già detto più volte!’; ’non capisco cosa ti porti a mantenere quel comportamento!, ‘anzi lo so, hai un carattere di …’; ‘perché mi critichi, invece di essere felice delle mie scelte?; ‘a cosa pensi quando mi aggredisci in quel modo?; ‘qual è il tuo problema?, ‘anzi lo so, ‘vuoi sempre avere ragione tu!’; ‘quanto mi piacerebbe che tu fossi diverso, come lo eri in passato!, non è che forse non mi ami più?’; ‘cosa ti impedisce di essere diverso?, ‘anzi lo so, sei una persona testarda!’, la comunicazione naufraga e diventa dis-accordo. Quantomeno diventa una comunicazione direttiva dove l’interlocutore risponde difendendosi e alzando i muri.
Con domande o affermazioni del genere, spesso supportate da prove, si litiga, ma soprattutto ci si rifugia nelle proprie ragioni.
Spesso si hanno delle buone ragioni, ma formulate in un modo sbagliato agganciano l’altro a un conflitto e a delle conseguenze: tensioni, reazioni, ritorsioni.
Quindi, anche se le ragioni sono importanti, anche l’altro ha le sue e probabilmente ha bisogno di un ‘aiuto’ per trovare il filo di stati interiori complicati e poter rispondere senza aggredire o difendersi.
Quando si comunica nei modi sopra citati si fa riferimento a una strategia che pensiamo arrivi all’altro, ma così non sembra essere efficace.
Invece, se si hanno delle legittime ragioni da formulare si deve tener conto anche delle argomentazioni dell’altro e della sua sensibilità.
Pertanto, si potrebbero dire cose importanti in questo altro modo: ’mi rendo conto che per me è molto importante che tu mi accetti con le mie differenze (cercherò di fare altrettanto) e apprezzerei che quando ti chiedo un parere non lo volgessi in una critica diretta o pensassi che comunque agisco come mi pare; vorrei dirti che per me è molto importante avere il tuo parere, ma è altrettanto importante sapere che posso scegliere in autonomia e libertà; per questo, mi piacerebbe vederti più flessibile rispetto alle novità positive e negative che ci riguardano e più partecipe quando comunichiamo sul denaro e la gestione della casa; mi rendo conto che a volte ti accuso, ma cercherò di sentirmi e farti sentire meno in colpa’.
E infine, mi chiedo: ‘tu, invece, dal canto tuo, cosa vuoi?’
Con domande o affermazioni del genere, spesso supportate da prove, si litiga, ma soprattutto ci si rifugia nelle proprie ragioni.
Spesso si hanno delle buone ragioni, ma formulate in un modo sbagliato agganciano l’altro a un conflitto e a delle conseguenze: tensioni, reazioni, ritorsioni.
Quindi, anche se le ragioni sono importanti, anche l’altro ha le sue e probabilmente ha bisogno di un ‘aiuto’ per trovare il filo di stati interiori complicati e poter rispondere senza aggredire o difendersi.
Quando si comunica nei modi sopra citati si fa riferimento a una strategia che pensiamo arrivi all’altro, ma così non sembra essere efficace.
Invece, se si hanno delle legittime ragioni da formulare si deve tener conto anche delle argomentazioni dell’altro e della sua sensibilità.
Pertanto, si potrebbero dire cose importanti in questo altro modo: ’mi rendo conto che per me è molto importante che tu mi accetti con le mie differenze (cercherò di fare altrettanto) e apprezzerei che quando ti chiedo un parere non lo volgessi in una critica diretta o pensassi che comunque agisco come mi pare; vorrei dirti che per me è molto importante avere il tuo parere, ma è altrettanto importante sapere che posso scegliere in autonomia e libertà; per questo, mi piacerebbe vederti più flessibile rispetto alle novità positive e negative che ci riguardano e più partecipe quando comunichiamo sul denaro e la gestione della casa; mi rendo conto che a volte ti accuso, ma cercherò di sentirmi e farti sentire meno in colpa’.
E infine, mi chiedo: ‘tu, invece, dal canto tuo, cosa vuoi?’