
Pensare positivo è un’ottima strategia se si vuole cambiare la propria realtà interiore, ma non è efficace se si scontra con convinzioni profonde. Immaginate uno stato che avevamo nel passato e che riviviamo nell’immaginazione con dettagli interessanti.
Immaginate il ‘giusto calibro’ ai nostri desiderata, con molti dettagli (luce, colori, vicinanza, etc.), modifichiamo lo stato presente con lo stato voluto (ad esempio, se quello del passato è più luminoso e grande, rendiamo quello attuale identico per dimensioni e luce) e otterremo una cassetta degli attrezzi capace di trasformare una convinzione limitante in un ‘dubbio’, un dubbio in una ‘possibilità’, una possibilità in una ‘scelta’, una scelta in una nuova ‘azione’.
Infatti, se non riusciamo a cambiare una convinzione è perché o utilizziamo la volontà per modificare complesse dinamiche interiori, e spesso non basta, o non impieghiamo gli strumenti adatti. I dispositivi appropriati sono le ‘submodalità’ (insiemi di specifiche modalità visive, uditive e cenestesiche) con cui elaboriamo le nostre diversificate esperienze interiori.
Pensiamo all’immagine di noi stessi ora (stato presente) e notiamo dettagli come grandezza dell’immagine, luce (scura o luminosa), colori (nitidezza) possibili suoni, consistenza dell’immagine. Sviluppiamo le abilità percettive e avremo la capacità di intervenire con strumenti pertinenti sulla nostra esperienza soggettiva.
Impariamo, quindi, a utilizzare con buon senso le potenzialità dell’esperienza soggettiva, che a momenti si basa su predizioni ben precise e altre volte, e questo è l’aspetto interessante, ci dispone a influenzare la realtà semplicemente perché l’abbiamo osservata con forte, a volte ‘esagerata’, intensità.
Immaginate il ‘giusto calibro’ ai nostri desiderata, con molti dettagli (luce, colori, vicinanza, etc.), modifichiamo lo stato presente con lo stato voluto (ad esempio, se quello del passato è più luminoso e grande, rendiamo quello attuale identico per dimensioni e luce) e otterremo una cassetta degli attrezzi capace di trasformare una convinzione limitante in un ‘dubbio’, un dubbio in una ‘possibilità’, una possibilità in una ‘scelta’, una scelta in una nuova ‘azione’.
Infatti, se non riusciamo a cambiare una convinzione è perché o utilizziamo la volontà per modificare complesse dinamiche interiori, e spesso non basta, o non impieghiamo gli strumenti adatti. I dispositivi appropriati sono le ‘submodalità’ (insiemi di specifiche modalità visive, uditive e cenestesiche) con cui elaboriamo le nostre diversificate esperienze interiori.
Pensiamo all’immagine di noi stessi ora (stato presente) e notiamo dettagli come grandezza dell’immagine, luce (scura o luminosa), colori (nitidezza) possibili suoni, consistenza dell’immagine. Sviluppiamo le abilità percettive e avremo la capacità di intervenire con strumenti pertinenti sulla nostra esperienza soggettiva.
Impariamo, quindi, a utilizzare con buon senso le potenzialità dell’esperienza soggettiva, che a momenti si basa su predizioni ben precise e altre volte, e questo è l’aspetto interessante, ci dispone a influenzare la realtà semplicemente perché l’abbiamo osservata con forte, a volte ‘esagerata’, intensità.