
Si parte guardinghi. Ci si annusa, si fanno prove d’amicizia e si finisce per condividere frequentazioni, tenerezze deliziose, lenzuola e sms quotidiani. Passano i mesi ed è come se tutto fosse appena iniziato.
Si inizia da amici, si diventa più che amici, ma non si è insieme.
Si scherza sul tempo che passa e su cosa si deve pensare l’uno dell’altra in compagnia e nelle scorribande serali: ‘siamo insieme o no?’ ‘Lo possiamo dire pubblicamente? E’ finito il tempo di prova?
‘La testa è impegnata e tanto vale dichiararlo al mondo’. Pensa Lei.
Lui viene provocato con battute: ‘chissà come ti divertirai questa sera in discoteca, tanto sei single!’ Ma non raccoglie. Lui sta bene, insieme, quando ci si trova. Punto.
Senza una affermazione chiara, per Lei è come dire ‘il bianco, non è nero’. ‘Non siamo insieme, ma ci vediamo’, ‘stiamo bene insieme, ma senza impegni, senza controlli, senza promesse’.
Quando lei, sola in casa, lo pensa in giro, libero, e ha una sensazione di indefinitezza, medita: ‘si può sapere cosa pensa? Sarei più tranquilla.’ ‘Cosa debbo fare? Gli devo dare del tempo, o ha bisogno di un neurone?’
La paura è legittima ed è quella che definendo un rapporto ci si appesantisca, ci si responsabilizzi e, alla fine, ci si allontani.
Oggi sono tutti single, tutti indecisi, tutti si lasciano e si prendono. ‘Sale l’omicidio’, ma anche una riflessione: i rapporti sono lo specchio per prendere il controllo delle proprie emozioni; ogni persona che entra nella nostra vita ci mostra la strada per superare giudizi e limiti. Un amore non dichiarato è un simbolo da integrare e non è casuale. Non siamo di proprietà di nessuno, ma le tenerezze senza legami, producono ipocrisia.
Il dibattito è aperto: vogliamo vivere per la sicurezza, per la famiglia, per gli altri e per il partner e, contemporaneamente, vogliamo condividere e trasformare emozioni, esperienze, dialoghi e crescita, in rapporti senza pretese, aspettative e possesso.
Di sicuro, il confronto nella vita a due è un bel momento per affrontare paure e consensi.
Io gli parlerei!
Si inizia da amici, si diventa più che amici, ma non si è insieme.
Si scherza sul tempo che passa e su cosa si deve pensare l’uno dell’altra in compagnia e nelle scorribande serali: ‘siamo insieme o no?’ ‘Lo possiamo dire pubblicamente? E’ finito il tempo di prova?
‘La testa è impegnata e tanto vale dichiararlo al mondo’. Pensa Lei.
Lui viene provocato con battute: ‘chissà come ti divertirai questa sera in discoteca, tanto sei single!’ Ma non raccoglie. Lui sta bene, insieme, quando ci si trova. Punto.
Senza una affermazione chiara, per Lei è come dire ‘il bianco, non è nero’. ‘Non siamo insieme, ma ci vediamo’, ‘stiamo bene insieme, ma senza impegni, senza controlli, senza promesse’.
Quando lei, sola in casa, lo pensa in giro, libero, e ha una sensazione di indefinitezza, medita: ‘si può sapere cosa pensa? Sarei più tranquilla.’ ‘Cosa debbo fare? Gli devo dare del tempo, o ha bisogno di un neurone?’
La paura è legittima ed è quella che definendo un rapporto ci si appesantisca, ci si responsabilizzi e, alla fine, ci si allontani.
Oggi sono tutti single, tutti indecisi, tutti si lasciano e si prendono. ‘Sale l’omicidio’, ma anche una riflessione: i rapporti sono lo specchio per prendere il controllo delle proprie emozioni; ogni persona che entra nella nostra vita ci mostra la strada per superare giudizi e limiti. Un amore non dichiarato è un simbolo da integrare e non è casuale. Non siamo di proprietà di nessuno, ma le tenerezze senza legami, producono ipocrisia.
Il dibattito è aperto: vogliamo vivere per la sicurezza, per la famiglia, per gli altri e per il partner e, contemporaneamente, vogliamo condividere e trasformare emozioni, esperienze, dialoghi e crescita, in rapporti senza pretese, aspettative e possesso.
Di sicuro, il confronto nella vita a due è un bel momento per affrontare paure e consensi.
Io gli parlerei!