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'Messaggi a mezzanotte' di Lorenzo Manfredini

22/9/2016

2 Commenti

 
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Ci sono momenti in cui si ha proprio bisogno di sparire dall’universo della comunicazione e di mettere dei confini chiari tra lavoro e vita privata. Sul lavoro è un via vai di problemi da risolvere e di decisioni da prendere. Non si ha più il tempo di riflettere.

La comunicazione seriale, quella che prosegue di sera attraverso i social, Whattsapp e Facebook, non lascia tregua e invade perfino la notte e i sogni.

Quando cerchiamo di comprendere questo flusso ininterrotto di informazioni che non riconoscono più l’oggetto, il problema, l’altro, e lo superano, dobbiamo ricorrere a un termine che Luhmann, grande sociologo, spiega con ‘indifferenza’ o peggio ‘negligenza’ di un sistema che non riesce più a controllare se stesso.

E nel piccolo delle nostre realtà quotidiana, perchè di questo ormai viviamo, quali sono conseguenze sulla nostra personalità?

Se si agisce e reagisce in tempo reale a ogni stimolo, si rischia la regressione alle matrici primarie delle proprie vulnerabilità personali.

Se si cerca di risolvere problemi, pacificare il nostro interlocutore e di pensare con la sua testa, incombe lo stress fisico ed emozionale che porta alla nevrosi.

Se ci si affida al ragionamento di buone regole e ruoli chiari, si sottostà all’irrigidimento dei copioni.

Se si prova ad essere super razionali e psicologici, l’identità nel migliore dei casi si altera, nei casi peggiori si nevroticizza.

Se si cerca la logica delle argomentazioni, ma non bastano, diventa faticosa anche la normale quotidianità o l'essere presenti in ciò che si fa.

Se si cercano argomentazioni superiori, ci si infrange nella natura delle cose.
​
Se si viaggia 'alti' e si cercano le ragioni più sottili o le cause prime, si entra nel divino e nelle cause immobili.

Insomma, è un bel caos. La partita tra eccesso di informazioni e identità finisce 10 a 1.

Di fronte ad una comunicazione borderline e pervasiva, dobbiamo correre ai ripari con orari garantiti, priorità e confini salutari. 

2 Commenti
Simonetta Putti link
24/9/2016 02:31:02 pm

Eppure, pur nel rischio costante di essere travolti dallo sciame... è possibile trovare qualche antidoto. Ne ho scritto nel n.4 della nostra rivista... (Putti, S., Piccoli antidoti per catastrofi annunciate, in Psicologia e Giornalismo, Rivista del Centro Studi Psiche Arte Società, n.4 - 2016, Roma, Lithos Editore)

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Lorenzo Manfredini
24/9/2016 03:48:17 pm

Ciao Simonetta, grazie della segnalazione.
Gli antidoti sono ben accetti ben coscienti che l'ego, le maschere e le modalità comunicative tossiche sono come terminator: rinascono ad ogni nuovo film.
Un cordiale saluto Lorenzo

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Psicologo – Psicoterapeuta dell'approccio Cognitivo e Corporeo
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