
La condizione di trance che si realizza durante uno stato ipnotico è il frutto di alcune proprietà plastiche ed euristiche del cervello, realizzate tramite le configurazioni neurali e le loro connessioni, e dai processi cognitivi.
In altre parole chi si rilassa attiva in modo integrato tre reti cerebrali: una di base relativa alle condizioni di riposo, una esecutiva relativa alla presa di decisioni e una rilevante nelle decisioni di cosa è prioritario di momento in momento.
Pertanto, quando si è in stato di rilassamento si è in grado di accedere facilmente alla condizione di base del rilassamento psicofisico se si ha la padronanza dei propri stati interni, se si attivano in modo appropriato i propri processi percettivi e se si valutano correttamente i significati degli stimoli che si vivono. Tutto questo è frutto di una interconnessione efficiente che qualsiasi persona può allenare.
E’ un modo di operare sulle rappresentazioni della realtà per meglio riconoscerla, accoglierla, migliorarla.
Un breve esercizio ci può essere di aiuto per apprezzare le potenzialità insite nello stato psicofisiologico del rilassamento.
Si accede allo stato di base attraverso la consapevolezza del respiro e delle sue variabili. Si ‘rimbalza’ sul respiro alla ricerca delle sensazioni autogene. Si osservano i propri pensieri alla ricerca di uno stato fluttuante. Si accolgono le tensioni gestendone la distanza e ci si ascolta lasciando che la mente ritrovi una quiete profonda e il cervello le sue più vitali connessioni. Ci si concentra sulle proprie potenzialità risanatrici e si comincia a collaborare al proprio benessere e cambiamento.
In altre parole chi si rilassa attiva in modo integrato tre reti cerebrali: una di base relativa alle condizioni di riposo, una esecutiva relativa alla presa di decisioni e una rilevante nelle decisioni di cosa è prioritario di momento in momento.
Pertanto, quando si è in stato di rilassamento si è in grado di accedere facilmente alla condizione di base del rilassamento psicofisico se si ha la padronanza dei propri stati interni, se si attivano in modo appropriato i propri processi percettivi e se si valutano correttamente i significati degli stimoli che si vivono. Tutto questo è frutto di una interconnessione efficiente che qualsiasi persona può allenare.
E’ un modo di operare sulle rappresentazioni della realtà per meglio riconoscerla, accoglierla, migliorarla.
Un breve esercizio ci può essere di aiuto per apprezzare le potenzialità insite nello stato psicofisiologico del rilassamento.
Si accede allo stato di base attraverso la consapevolezza del respiro e delle sue variabili. Si ‘rimbalza’ sul respiro alla ricerca delle sensazioni autogene. Si osservano i propri pensieri alla ricerca di uno stato fluttuante. Si accolgono le tensioni gestendone la distanza e ci si ascolta lasciando che la mente ritrovi una quiete profonda e il cervello le sue più vitali connessioni. Ci si concentra sulle proprie potenzialità risanatrici e si comincia a collaborare al proprio benessere e cambiamento.