
Può capitare! Può capitare di trovare un partner che in taluni momenti riesce a fare una buona sintesi tra testosterone ed empatia.
Dal punto di vista femminile, possiamo chiamare ‘intelligenza del testosterone’ quella che si manifesta quando l’uomo ‘c’è’, quando fa sentire la sua presa, quando è ‘maschio’ sessualmente, quando la donna si sente rassicurata e tenuta nel tempo.
Per il resto, per la donna che queste cose le apprezza, ma non bastano, decollano le analisi, gli stimoli motivazionali e il desiderio di cambiare il partner.
Le analisi prendono il via da un’attenta osservazione dell’altro: ‘ho notato che sei sensibile/distaccato, emotivo/freddo, rigido/molle, asociale/piacione. Ti sfoghi, sei lunatico, ti chiudi, non comunichi. Non sarai mica autistico?’
Le motivazioni invece fanno progressi sulla comunicazione (non sono mica tua madre!), la dieta (non sei stanco di quella pancia?), il fumo (non sei infastidito anche tu da quell’odore e da quel respiro?), il movimento (non sei stanco di essere pigro?), la fiducia (non è che ti senti inferiore a me?).
E insistono sulla gloria del cambiamento: ‘non potresti farti avanti col capo? Magari cambiare lavoro? Finire l’università? Fare un corso? O una vacanza insieme, in un posto speciale?’
Queste tre cose, analisi, motivazione e cambiamento, che potrebbero essere in sé delle qualità positive, assumono talvolta la veste di difese preventive per trasformarsi in specchi di una comunicazione prima critica, poi problematica e infine, senza vie d’uscita, incresciosa.
E’ una grande conquista psicologica invece quella di ‘agire come se’ … o ‘se … allora’, con la fiducia dell’esploratore che riflette e che dice: ‘andiamo a vedere!’; prendersi cura dell’altro, con l’accoglienza di chi custodisce la maschilità/femminilità latente ed espressa; ed esercitare atti di volontà che rendono leggere le diversità.
Che dire, mi convinco sempre di più che la comunicazione anomala può fare molti danni alle relazioni… anche agli ormoni più intelligenti e disposti a tutto.
Dal punto di vista femminile, possiamo chiamare ‘intelligenza del testosterone’ quella che si manifesta quando l’uomo ‘c’è’, quando fa sentire la sua presa, quando è ‘maschio’ sessualmente, quando la donna si sente rassicurata e tenuta nel tempo.
Per il resto, per la donna che queste cose le apprezza, ma non bastano, decollano le analisi, gli stimoli motivazionali e il desiderio di cambiare il partner.
Le analisi prendono il via da un’attenta osservazione dell’altro: ‘ho notato che sei sensibile/distaccato, emotivo/freddo, rigido/molle, asociale/piacione. Ti sfoghi, sei lunatico, ti chiudi, non comunichi. Non sarai mica autistico?’
Le motivazioni invece fanno progressi sulla comunicazione (non sono mica tua madre!), la dieta (non sei stanco di quella pancia?), il fumo (non sei infastidito anche tu da quell’odore e da quel respiro?), il movimento (non sei stanco di essere pigro?), la fiducia (non è che ti senti inferiore a me?).
E insistono sulla gloria del cambiamento: ‘non potresti farti avanti col capo? Magari cambiare lavoro? Finire l’università? Fare un corso? O una vacanza insieme, in un posto speciale?’
Queste tre cose, analisi, motivazione e cambiamento, che potrebbero essere in sé delle qualità positive, assumono talvolta la veste di difese preventive per trasformarsi in specchi di una comunicazione prima critica, poi problematica e infine, senza vie d’uscita, incresciosa.
E’ una grande conquista psicologica invece quella di ‘agire come se’ … o ‘se … allora’, con la fiducia dell’esploratore che riflette e che dice: ‘andiamo a vedere!’; prendersi cura dell’altro, con l’accoglienza di chi custodisce la maschilità/femminilità latente ed espressa; ed esercitare atti di volontà che rendono leggere le diversità.
Che dire, mi convinco sempre di più che la comunicazione anomala può fare molti danni alle relazioni… anche agli ormoni più intelligenti e disposti a tutto.