
Mai come in questo momento storico siamo in attesa di nuovi eventi positivi.
Ci aspettiamo dei segni concreti di cambiamento e di metamorfosi che non avvengono. Anzi.
Il futuro, con le sue promesse è lontano. Ansia, inquietudine, perplessità, insicurezza, caratterizzano la nostra attesa di qualcosa di nuovo, di concreto, di progettuale.
Ogni giorno, invece di avere un punto fermo cui guardare, si affacciano alla nostra mente stati d’animo confusi e pensieri negativi. Così alcuni eventi come l'attesa di un risultato medico, di un colloquio di lavoro, di una risposta dalla persona amata diventano quell'unico ‘ostacolo’ che ostruisce la strada al nostro quotidiano: finché non si supera quello, il resto della nostra vita non esiste.
Nell’ansia d’attesa non c’è durata, non c’è concretezza, non c’è organizzazione del tempo. Il tempo sembra paralizzato da un futuro che risucchia il presente e a cui toglie ogni significato. Tutto quello che succede nel presente è attraversato dal timore e dall’angoscia di non riuscire a vedere le nostre realizzazioni.
La speranza, al contrario, distoglie dalla paura dell’immediato e dilata l’orizzonte. Consente di costruire il possibile. Consente una rivoluzione personale che rende flessibile la nostra identità e ci rende attivi.
Si può dire che l’attesa è passiva, perché si vive il tempo come qualcosa che viene verso di noi. La speranza, invece, è dinamismo perché ci spinge verso il tempo e ci muove verso una dimensione che ci realizza.
E’ il bussare di uno spirito giovane che non subisce il tempo ma gli corre incontro.
Ci aspettiamo dei segni concreti di cambiamento e di metamorfosi che non avvengono. Anzi.
Il futuro, con le sue promesse è lontano. Ansia, inquietudine, perplessità, insicurezza, caratterizzano la nostra attesa di qualcosa di nuovo, di concreto, di progettuale.
Ogni giorno, invece di avere un punto fermo cui guardare, si affacciano alla nostra mente stati d’animo confusi e pensieri negativi. Così alcuni eventi come l'attesa di un risultato medico, di un colloquio di lavoro, di una risposta dalla persona amata diventano quell'unico ‘ostacolo’ che ostruisce la strada al nostro quotidiano: finché non si supera quello, il resto della nostra vita non esiste.
Nell’ansia d’attesa non c’è durata, non c’è concretezza, non c’è organizzazione del tempo. Il tempo sembra paralizzato da un futuro che risucchia il presente e a cui toglie ogni significato. Tutto quello che succede nel presente è attraversato dal timore e dall’angoscia di non riuscire a vedere le nostre realizzazioni.
La speranza, al contrario, distoglie dalla paura dell’immediato e dilata l’orizzonte. Consente di costruire il possibile. Consente una rivoluzione personale che rende flessibile la nostra identità e ci rende attivi.
Si può dire che l’attesa è passiva, perché si vive il tempo come qualcosa che viene verso di noi. La speranza, invece, è dinamismo perché ci spinge verso il tempo e ci muove verso una dimensione che ci realizza.
E’ il bussare di uno spirito giovane che non subisce il tempo ma gli corre incontro.