
La storia del rapporto genitori figli, inizia da lontano e si affaccia ai nostri giorni con la ricerca di un nuovo approccio.
La vicenda inizia con una mamma che, dopo aver attaccato i bollini ‘ciquita’di qualità su ogni schema emotivo, organizzativo e operativo dei figli, in ogni periodo della loro età, dopo averli guidati con amore, incoraggiati, protetti, adesso che sono grandi, occorre che lasci andare ogni buona intenzione organizzativa (quelle, per capirci, realizzate per gli scopi più alti ma con feedback chirurgici), e dica ‘basta!’. Revisione!
Bisogna che aleggi sull'icloud di questa mamma un nuovo modello di azione, che nella comunicazione è rappresentato da C. Rogers (Psicoterapeuta della Consultazione) colui che tanto ha fatto per cercare di insegnare a schiere di educatori che non è mai troppo tardi per ascoltare senza provocare, non è mai troppo tardi per smettere di dire l’ultima parola, non è mai troppo tardi per mettere da parte le proprie venti versioni del mondo.
Ai figli, i messaggi, le suggestioni, i valori, sono arrivati e, adesso che sono grandi, cominciano i suggerimenti di C. Rogers per una mamma diversa.
Quindi, le nuove strategie recitano che è meglio ascoltare e percepire le emozioni, anche se i figli si conoscono come le proprie tasche; è meglio domandare per capire, anche se le risposte che si ricevono sono confuse; è meglio apprezzare le azioni, compresi gli errori, anche se, avanti di due passi, si vorrebbe tanto dire che cosa sarebbe opportuno fare.
E’ meglio chiedere: ‘come ti fa sentire questa tua decisione, scelta, azione’ e rispettare i tempi, spesso caotici, lunghi o interminabili, della risposta. I figli sono anche così!
Passata una certa età, i figli sono stanchi di sentire la versione della mamma che ha nelle sue ragionevoli e acute riflessioni, il sapore del vaccino. Sono stufi di percepire i loro racconti emotivi, fantasiosi, entusiastici, continuamente portati alla realtà dai ragionamenti illuminati. E’ troppo, e chiedono essi stessi una versione aggiornata della propria mamma che dica: ‘dopo aver visto te, vedo me!’; ‘dopo aver visto me ... accetto, rispetto e guardo te!’ Senza ‘se’ e senza ‘ma’. E soprattutto, senza virgole ... solo punti.
La vicenda inizia con una mamma che, dopo aver attaccato i bollini ‘ciquita’di qualità su ogni schema emotivo, organizzativo e operativo dei figli, in ogni periodo della loro età, dopo averli guidati con amore, incoraggiati, protetti, adesso che sono grandi, occorre che lasci andare ogni buona intenzione organizzativa (quelle, per capirci, realizzate per gli scopi più alti ma con feedback chirurgici), e dica ‘basta!’. Revisione!
Bisogna che aleggi sull'icloud di questa mamma un nuovo modello di azione, che nella comunicazione è rappresentato da C. Rogers (Psicoterapeuta della Consultazione) colui che tanto ha fatto per cercare di insegnare a schiere di educatori che non è mai troppo tardi per ascoltare senza provocare, non è mai troppo tardi per smettere di dire l’ultima parola, non è mai troppo tardi per mettere da parte le proprie venti versioni del mondo.
Ai figli, i messaggi, le suggestioni, i valori, sono arrivati e, adesso che sono grandi, cominciano i suggerimenti di C. Rogers per una mamma diversa.
Quindi, le nuove strategie recitano che è meglio ascoltare e percepire le emozioni, anche se i figli si conoscono come le proprie tasche; è meglio domandare per capire, anche se le risposte che si ricevono sono confuse; è meglio apprezzare le azioni, compresi gli errori, anche se, avanti di due passi, si vorrebbe tanto dire che cosa sarebbe opportuno fare.
E’ meglio chiedere: ‘come ti fa sentire questa tua decisione, scelta, azione’ e rispettare i tempi, spesso caotici, lunghi o interminabili, della risposta. I figli sono anche così!
Passata una certa età, i figli sono stanchi di sentire la versione della mamma che ha nelle sue ragionevoli e acute riflessioni, il sapore del vaccino. Sono stufi di percepire i loro racconti emotivi, fantasiosi, entusiastici, continuamente portati alla realtà dai ragionamenti illuminati. E’ troppo, e chiedono essi stessi una versione aggiornata della propria mamma che dica: ‘dopo aver visto te, vedo me!’; ‘dopo aver visto me ... accetto, rispetto e guardo te!’ Senza ‘se’ e senza ‘ma’. E soprattutto, senza virgole ... solo punti.