
La sincronicità si basa sulle ipotesi scientifiche della fisica quantistica, della coerenza e della non-località, e rappresenta una nuova frontiera del pensiero umano.
Riguarda la coincidenza di certi fenomeni, quali pensare a una persona per poi incontrarla casualmente, anticipare eventi che poi accadono proprio come abbiamo immaginato o intuito, e ci fa riflettere sulla casualità o meno di certi avvenimenti: incontri, sogni, dejà-vu, premonizioni.
Anche se siamo turbati dalla sincronicità di certi fenomeni, in realtà sentiamo che si apre uno spiraglio su un quadro vitale più ampio e vivo del solito. Capire la sincronicità con gli abituali schemi di causa ed effetto è talvolta difficile e frustrante; è meglio apprezzarla per quel lampo di eccezionalità che arricchisce la nostra percezione con l’inesplicabile, intenso apporto del mondo inconscio.
Integrare la sincronicità nella nostra vita ci arricchisce quando riusciamo a bilanciare il modo causale di interpretare i fatti (‘ho avuto questo sintomo che ha questa causa …’, ‘mi è capitato questo avvenimento per questo motivo …’), con il modo non causale di percepire realtà più complesse (’ho pensato … e non so il perché ma si è realizzato … ’, ‘ho meditato e ciò ha cambiato il mio pensiero e il mio comportamento …’).
Questa ricerca di un equilibrio tra realtà soggettiva ed eventi casuali, consente una dinamica del pensiero più creativa e illuminante. Creativa, perché il vuoto e il silenzio mentale diventano un polo di esperienza umana interiore di conoscenza che influenza il mondo esterno. Illuminante, perché le dinamiche degli eventi che ci accadono vengono percepiti in un più ampio spettro di significati.
Un esercizio di silenzio interiore può esserci di aiuto: occhi chiusi, respiro completo, silenzio mentale e ascolto. Pochi minuti per equilibrare il nostro campo percettivo, emotivo e cognitivo e lasciare che l’esperienza della quiete consenta di ripartire da buone intuizioni e connessioni.
Riguarda la coincidenza di certi fenomeni, quali pensare a una persona per poi incontrarla casualmente, anticipare eventi che poi accadono proprio come abbiamo immaginato o intuito, e ci fa riflettere sulla casualità o meno di certi avvenimenti: incontri, sogni, dejà-vu, premonizioni.
Anche se siamo turbati dalla sincronicità di certi fenomeni, in realtà sentiamo che si apre uno spiraglio su un quadro vitale più ampio e vivo del solito. Capire la sincronicità con gli abituali schemi di causa ed effetto è talvolta difficile e frustrante; è meglio apprezzarla per quel lampo di eccezionalità che arricchisce la nostra percezione con l’inesplicabile, intenso apporto del mondo inconscio.
Integrare la sincronicità nella nostra vita ci arricchisce quando riusciamo a bilanciare il modo causale di interpretare i fatti (‘ho avuto questo sintomo che ha questa causa …’, ‘mi è capitato questo avvenimento per questo motivo …’), con il modo non causale di percepire realtà più complesse (’ho pensato … e non so il perché ma si è realizzato … ’, ‘ho meditato e ciò ha cambiato il mio pensiero e il mio comportamento …’).
Questa ricerca di un equilibrio tra realtà soggettiva ed eventi casuali, consente una dinamica del pensiero più creativa e illuminante. Creativa, perché il vuoto e il silenzio mentale diventano un polo di esperienza umana interiore di conoscenza che influenza il mondo esterno. Illuminante, perché le dinamiche degli eventi che ci accadono vengono percepiti in un più ampio spettro di significati.
Un esercizio di silenzio interiore può esserci di aiuto: occhi chiusi, respiro completo, silenzio mentale e ascolto. Pochi minuti per equilibrare il nostro campo percettivo, emotivo e cognitivo e lasciare che l’esperienza della quiete consenta di ripartire da buone intuizioni e connessioni.