
Quando guardiamo la TV non abbiamo il tempo di pensare. Le mente non elabora informazioni, il corpo invece sì. Reagisce ad ogni stimolo in modo appropriato e il suo linguaggio è sensoriale. La comunicazione per immagini viene recepita dal corpo e impatta sulle emozioni. L’elaborazione delle informazioni avviene attraverso lo schermo piuttosto che dalla mente. ‘Mordi e fuggi’, sembra essere il modo prevalente con cui ci occupiamo di tutto.
La comunicazione del computer, invece, attraverso i social e i software personalizzati, ci invita alla selezione delle informazioni e al loro controllo. Siamo noi che leggiamo, guardiamo, operiamo sulle autostrade del web. La memoria non è più allocata solo nel cervello, è distribuita negli hub della rete, il libro delle immagini televisive si è integrato al linguaggio della parola ed è diventato il libro elettronico della nostra vita. La nostra coscienza si è estesa per rispondere in tempo reale a qualsiasi stimolo interno ed esterno e l’interfaccia del computer è diventata il luogo dell’elaborazione delle informazioni.
Per questi e altri motivi, tutti noi sentiamo che il mondo psicologico è cambiato: leggiamo la realtà attraverso il corpo e le emozioni, meno con la mente; il tempo e lo spazio si sono dilatati; le cose si sono smaterializzate e la musica della realtà è diventata digitale.
Per questo ognuno di noi predilige modi comunicativi diversi, veloci, programmabili, in una sorta di scambio tra mondo esterno e interno del nostro Io.
Ne discende che per comunicare, per leggere il mondo, per vivere, abbiamo la necessità di diventare esperti di emozioni e di flussi sensoriali, di scenari e di giochi, di traduzioni automatiche, di sintesi e integrazioni artistiche per rendere tutt’uno le cose e combinarle insieme nel modo più appropriato.
La comunicazione del computer, invece, attraverso i social e i software personalizzati, ci invita alla selezione delle informazioni e al loro controllo. Siamo noi che leggiamo, guardiamo, operiamo sulle autostrade del web. La memoria non è più allocata solo nel cervello, è distribuita negli hub della rete, il libro delle immagini televisive si è integrato al linguaggio della parola ed è diventato il libro elettronico della nostra vita. La nostra coscienza si è estesa per rispondere in tempo reale a qualsiasi stimolo interno ed esterno e l’interfaccia del computer è diventata il luogo dell’elaborazione delle informazioni.
Per questi e altri motivi, tutti noi sentiamo che il mondo psicologico è cambiato: leggiamo la realtà attraverso il corpo e le emozioni, meno con la mente; il tempo e lo spazio si sono dilatati; le cose si sono smaterializzate e la musica della realtà è diventata digitale.
Per questo ognuno di noi predilige modi comunicativi diversi, veloci, programmabili, in una sorta di scambio tra mondo esterno e interno del nostro Io.
Ne discende che per comunicare, per leggere il mondo, per vivere, abbiamo la necessità di diventare esperti di emozioni e di flussi sensoriali, di scenari e di giochi, di traduzioni automatiche, di sintesi e integrazioni artistiche per rendere tutt’uno le cose e combinarle insieme nel modo più appropriato.