
Quando ci si innamora di una persona che ci delude con comportamenti sfuggenti, ragionamenti incoerenti, scelte enigmatiche, è il momento di fare un corso di potatura rapida.
Due passi prima, invece, cosa succede? Si cerca, con estenuanti ragionamenti, di cambiare le posizioni che l’altro ha assunto in modo più o meno intuitivo, cioè senza ragionarci troppo sopra, e ci si trascina entrando in stallo.
Ma andiamo con ordine.
Ci innamoriamo di una persona speciale e un po’ egoista, forse troppo. Speriamo di cambiarla, perché in fondo è come noi. Ci fa da specchio e ci sentiamo un po’ uguali: due anime in pena che si trovano? Ci lanciamo, e a volte ci immoliamo, perché l’abbraccio è bello, l’affetto è paterno/materno, il sesso è glorioso, gli interessi sono comuni.
Poi arrivano le verifiche, le discussioni, le distanze e ci si trova impantanati.
Se cercano le strategie per sopravvivere alle sabbie mobili, sia per cambiare l’altro che per gestire i propri triangoli mentali.
Bene, mettiamo un punto! Per non far durare l’agonia mesi o anni, qualcosa dobbiamo cominciare a potare.
Si è da soli e si pensa a quanto sia buona la nutella di quei ricordi? Stop, al pensiero.
Vediamo l’incriminato e ci butteremmo tra le sue braccia per scampoli di tenerezze? Stop, facciamo altro. Stop … stop … stop.
E’ necessario guardare altrove anche quando le autostrade viaggiano in parallelo e talvolta si incrociano. Prendiamo la nostra testa, giriamola da un’altra parte e diamo una bella potata! E’ così che gli alberi si rianimano ed è così che il cervello riformula le proprie ossessioni. Qualche decisione ben assestata, qualche sforbiciata decisa qua e là, e ritorna la primavera.
Pensiamoci bene. Prima o poi, un anno prima o un anno dopo, presi dallo sconforto e dallo sfinimento, lì arriviamo: l’essere amato che prima segnalava la sua presenza, diventa tutt’a un tratto muto, brutto, grasso.
E il problema non sarà più quello di chiederci ‘perché è finito un amore?, ma ‘come ho fatto … !’.
Due passi prima, invece, cosa succede? Si cerca, con estenuanti ragionamenti, di cambiare le posizioni che l’altro ha assunto in modo più o meno intuitivo, cioè senza ragionarci troppo sopra, e ci si trascina entrando in stallo.
Ma andiamo con ordine.
Ci innamoriamo di una persona speciale e un po’ egoista, forse troppo. Speriamo di cambiarla, perché in fondo è come noi. Ci fa da specchio e ci sentiamo un po’ uguali: due anime in pena che si trovano? Ci lanciamo, e a volte ci immoliamo, perché l’abbraccio è bello, l’affetto è paterno/materno, il sesso è glorioso, gli interessi sono comuni.
Poi arrivano le verifiche, le discussioni, le distanze e ci si trova impantanati.
Se cercano le strategie per sopravvivere alle sabbie mobili, sia per cambiare l’altro che per gestire i propri triangoli mentali.
Bene, mettiamo un punto! Per non far durare l’agonia mesi o anni, qualcosa dobbiamo cominciare a potare.
Si è da soli e si pensa a quanto sia buona la nutella di quei ricordi? Stop, al pensiero.
Vediamo l’incriminato e ci butteremmo tra le sue braccia per scampoli di tenerezze? Stop, facciamo altro. Stop … stop … stop.
E’ necessario guardare altrove anche quando le autostrade viaggiano in parallelo e talvolta si incrociano. Prendiamo la nostra testa, giriamola da un’altra parte e diamo una bella potata! E’ così che gli alberi si rianimano ed è così che il cervello riformula le proprie ossessioni. Qualche decisione ben assestata, qualche sforbiciata decisa qua e là, e ritorna la primavera.
Pensiamoci bene. Prima o poi, un anno prima o un anno dopo, presi dallo sconforto e dallo sfinimento, lì arriviamo: l’essere amato che prima segnalava la sua presenza, diventa tutt’a un tratto muto, brutto, grasso.
E il problema non sarà più quello di chiederci ‘perché è finito un amore?, ma ‘come ho fatto … !’.