
Sono finite le vacanze e si rientra con buoni propositi: dieta, attività fisica, nuove iniziative.
Si comincia dalla dieta e le intenzioni sono guerresche: checkup di peso e centimetri, controllo di sensazioni ed emozioni, lotta aperta al grasso, rispetto rigoroso di pasti e attività fisica.
Alla prima fase, quella di arrivare al peso ideale forse ci si riesce. Più difficile la seconda, quella del mantenimento e dell’autocontrollo di orari, calorie, indice glicemico. Le vecchie abitudini bruciano la volontà e le buone intenzioni.
Se parliamo con coloro che riescono a raggiungere i loro obiettivi e a mantenerli, la dieta non deve essere uno sforzo. Si devono diminuire le quantità e migliorare la cultura di come il corpo reagisce alle restrizioni, ed è fatta: si rientra nei parametri di forma, di salute e di piacevolezza estetica.
Quello che vediamo nella maggior parte dei tentativi di dieta è l’effetto elastico ‘yo yo’. Banalmente, il corpo si adatta alla mancanza di calorie nei periodi di dieta, dimagrendo, e si riprende, con gli interessi, tutto quello che gli è mancato nelle fasi di restrizione.
Ma vediamo quali sono le alternative da un punto di vista psicologico.
Se usiamo l’autocontrollo, la volontà e le motivazioni possiamo riuscire ad avere le sospirate soddisfazioni, ma non sembrano bastare. Occorre qualcos’altro e cioè razionalità, autoregolazione, intuizione.
Si è visto che se si decide in orari non sospetti cosa si mangerà a colazione, pranzo e cena, non si sarà soggetti alla fame emotiva e a sensazioni inattendibili di appetito. Questa è la prima cosa. E’ bene decidere da lucidi e lontano dai pasti cosa sarà bene ingerire e gustare. La seconda è che mentre si mangia va monitorata la sensazione di pienezza e la volumetria dello stomaco: la sensazione del ‘pieno di cintura’. Ma anche questa va ristrutturata. Va compreso il fatto che la pienezza arriva ai centri della sazietà dopo 10’/15’ o più. Se si ha pazienza di aspettare un po’ di tempo, la fame diminuisce. La terza, riguarda la consapevolezza di cosa accade dopo qualche ora di attività, di riposo o di sonno: il corpo riassesta i propri bisogni e il nastro degli equilibri si ri-azzera.
In ogni caso, non è bene litigare con se stessi attraverso nuove motivazioni o controlli ossessivi, ma è meglio educarsi alla razionalità, all’autoregolazione e all’intuito.
Nel lungo periodo è la dieta migliore.
Si comincia dalla dieta e le intenzioni sono guerresche: checkup di peso e centimetri, controllo di sensazioni ed emozioni, lotta aperta al grasso, rispetto rigoroso di pasti e attività fisica.
Alla prima fase, quella di arrivare al peso ideale forse ci si riesce. Più difficile la seconda, quella del mantenimento e dell’autocontrollo di orari, calorie, indice glicemico. Le vecchie abitudini bruciano la volontà e le buone intenzioni.
Se parliamo con coloro che riescono a raggiungere i loro obiettivi e a mantenerli, la dieta non deve essere uno sforzo. Si devono diminuire le quantità e migliorare la cultura di come il corpo reagisce alle restrizioni, ed è fatta: si rientra nei parametri di forma, di salute e di piacevolezza estetica.
Quello che vediamo nella maggior parte dei tentativi di dieta è l’effetto elastico ‘yo yo’. Banalmente, il corpo si adatta alla mancanza di calorie nei periodi di dieta, dimagrendo, e si riprende, con gli interessi, tutto quello che gli è mancato nelle fasi di restrizione.
Ma vediamo quali sono le alternative da un punto di vista psicologico.
Se usiamo l’autocontrollo, la volontà e le motivazioni possiamo riuscire ad avere le sospirate soddisfazioni, ma non sembrano bastare. Occorre qualcos’altro e cioè razionalità, autoregolazione, intuizione.
Si è visto che se si decide in orari non sospetti cosa si mangerà a colazione, pranzo e cena, non si sarà soggetti alla fame emotiva e a sensazioni inattendibili di appetito. Questa è la prima cosa. E’ bene decidere da lucidi e lontano dai pasti cosa sarà bene ingerire e gustare. La seconda è che mentre si mangia va monitorata la sensazione di pienezza e la volumetria dello stomaco: la sensazione del ‘pieno di cintura’. Ma anche questa va ristrutturata. Va compreso il fatto che la pienezza arriva ai centri della sazietà dopo 10’/15’ o più. Se si ha pazienza di aspettare un po’ di tempo, la fame diminuisce. La terza, riguarda la consapevolezza di cosa accade dopo qualche ora di attività, di riposo o di sonno: il corpo riassesta i propri bisogni e il nastro degli equilibri si ri-azzera.
In ogni caso, non è bene litigare con se stessi attraverso nuove motivazioni o controlli ossessivi, ma è meglio educarsi alla razionalità, all’autoregolazione e all’intuito.
Nel lungo periodo è la dieta migliore.