
Negli anni la depressione è diventata la malattia dell’anima di una gran parte della popolazione e ha toccato gli aspetti più intimi della vita quotidiana di milioni di persone.
Nel passato la psicoanalisi la osservava e la spiegava, nel suo contesto storico e sociale caratterizzato da disciplina, obbedienza e trasgressione, come una malattia che produceva sintomi quali il senso di colpa, il rimuginare sul passato, il guardare al futuro con scenari opachi, la difficoltà di riprendersi da un senso di impotenza e dalla incapacità di decidere per sé.
Oggi, la depressione ha cambiato radicalmente forma. Non è più inserita nel gioco tra ‘posso e non posso’, ma ‘ce la faccio o non ce la faccio?’. Oggi la viviamo perché ci sentiamo inadeguati rispetto agli obiettivi che ci poniamo o che ci vengono proposti. Siccome ogni anno si alza l’asticella degli obiettivi, la rincorsa spasmodica del fare e la ricerca della nostra identità entrano in un gioco al rialzo, senza fine.
Attualmente, nella depressione includiamo l’insonnia, l’ansia, il panico, perché è cambiata la genesi della depressione: non è più fondata sul senso di colpa, ma sul senso di inadeguatezza.
La patologia ha seguito l’evoluzione di una società che ha ingigantito il valore delle cose e delle funzioni ed ha emarginato il mondo della vita delle persone: il dialogo, la comunicazione, i sentimenti.
Per la nostra salute, dovrà essere nostra cura trovare la giusta misura tra pensiero e sentimento, tra calcolo e persuasione, tra essenzialità e ridondanza, e prepararci a camminare in un mondo dominato dalla scienza e dalla tecnologia, con un pensiero alternativo e creativo.
Nel passato la psicoanalisi la osservava e la spiegava, nel suo contesto storico e sociale caratterizzato da disciplina, obbedienza e trasgressione, come una malattia che produceva sintomi quali il senso di colpa, il rimuginare sul passato, il guardare al futuro con scenari opachi, la difficoltà di riprendersi da un senso di impotenza e dalla incapacità di decidere per sé.
Oggi, la depressione ha cambiato radicalmente forma. Non è più inserita nel gioco tra ‘posso e non posso’, ma ‘ce la faccio o non ce la faccio?’. Oggi la viviamo perché ci sentiamo inadeguati rispetto agli obiettivi che ci poniamo o che ci vengono proposti. Siccome ogni anno si alza l’asticella degli obiettivi, la rincorsa spasmodica del fare e la ricerca della nostra identità entrano in un gioco al rialzo, senza fine.
Attualmente, nella depressione includiamo l’insonnia, l’ansia, il panico, perché è cambiata la genesi della depressione: non è più fondata sul senso di colpa, ma sul senso di inadeguatezza.
La patologia ha seguito l’evoluzione di una società che ha ingigantito il valore delle cose e delle funzioni ed ha emarginato il mondo della vita delle persone: il dialogo, la comunicazione, i sentimenti.
Per la nostra salute, dovrà essere nostra cura trovare la giusta misura tra pensiero e sentimento, tra calcolo e persuasione, tra essenzialità e ridondanza, e prepararci a camminare in un mondo dominato dalla scienza e dalla tecnologia, con un pensiero alternativo e creativo.