
Quando il desiderio di qualcosa di naturale come il sesso diventa un assillo, ciò che dovrebbe essere istintivo increspa la mente come carta velina e il desiderio diventa un dis-agio.
I segnali di miglioramento non mancano. Si è imparato a percepire il desiderio, ad alimentarlo e a controllarlo. Ma non mancano nemmeno i processi che rituffano nel dispiacere, nella rabbia, nella preoccupazione, nella mortificazione.
C’è la consapevolezza che soddisfare il piacere dell’altro/a è un modo speciale di conoscersi. In quel desiderio, però, c’è anche incertezza. Ci sono praterie di sensazioni da decodificare, situazioni da modellare, eventi da vivere, naturalezza da riconoscere.
E ci si interroga sul ‘come’ riportare in vita i desideri non esauditi e rivivere eventuali ferite ancora aperte.
Quali sono, allora, le strategie e i modi per vivere una sessualità appagante?
Cosa potrebbe favorire il richiamo della foresta? La visualizzazione? Il godimento della visione dei corpi, alimentata da una attenzione che getta lo stimolo, qualsiasi stimolo, oltre la fantasia liberante dei sogni?
Oppure, favorire il piacere del sesso come meditazione, come luogo di sosta dell’essere? Il tantra come incontro nel ‘qui e ora’, come gioco e fusione?
O ancora, fuoriuscire da una mente oberata dal proprio passato? Una psico-analisi che rintraccia i conflitti primordiali e li libera del loro potenziale?
E Inoltre, scaturire da una sosta nel flusso delle proprie sensazioni? Un ascolto profondo di movimenti positivi e generativi?
E infine, portare l’attenzione all’altro in un modo esclusivo e attento? Esercitando il proprio desiderio sulle reazioni dell’amato/a? Esplorando la musica dei corpi?
Molte sono le vie attraverso le quali ci si libera dei fardelli mentali e dei modi abituali. Alcune pratiche portano a raggiungere una certa tranquillità mentale, altre inseguono il disturbo, senza reprimerlo, e lo osservano con sereno distacco in attesa che lo psicodramma liberi il movimento di una profonda rigenerazione.
I segnali di miglioramento non mancano. Si è imparato a percepire il desiderio, ad alimentarlo e a controllarlo. Ma non mancano nemmeno i processi che rituffano nel dispiacere, nella rabbia, nella preoccupazione, nella mortificazione.
C’è la consapevolezza che soddisfare il piacere dell’altro/a è un modo speciale di conoscersi. In quel desiderio, però, c’è anche incertezza. Ci sono praterie di sensazioni da decodificare, situazioni da modellare, eventi da vivere, naturalezza da riconoscere.
E ci si interroga sul ‘come’ riportare in vita i desideri non esauditi e rivivere eventuali ferite ancora aperte.
Quali sono, allora, le strategie e i modi per vivere una sessualità appagante?
Cosa potrebbe favorire il richiamo della foresta? La visualizzazione? Il godimento della visione dei corpi, alimentata da una attenzione che getta lo stimolo, qualsiasi stimolo, oltre la fantasia liberante dei sogni?
Oppure, favorire il piacere del sesso come meditazione, come luogo di sosta dell’essere? Il tantra come incontro nel ‘qui e ora’, come gioco e fusione?
O ancora, fuoriuscire da una mente oberata dal proprio passato? Una psico-analisi che rintraccia i conflitti primordiali e li libera del loro potenziale?
E Inoltre, scaturire da una sosta nel flusso delle proprie sensazioni? Un ascolto profondo di movimenti positivi e generativi?
E infine, portare l’attenzione all’altro in un modo esclusivo e attento? Esercitando il proprio desiderio sulle reazioni dell’amato/a? Esplorando la musica dei corpi?
Molte sono le vie attraverso le quali ci si libera dei fardelli mentali e dei modi abituali. Alcune pratiche portano a raggiungere una certa tranquillità mentale, altre inseguono il disturbo, senza reprimerlo, e lo osservano con sereno distacco in attesa che lo psicodramma liberi il movimento di una profonda rigenerazione.