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'ISIS: un passo meglio' di Lorenzo Manfredini

15/11/2015

2 Commenti

 
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​Mi emoziono e mi arrabbio. Guardo la televisione, vedo atti di terrorismo e morte, ascolto i racconti e mi commuovo. Ascolto il modo in cui ogni dettaglio, minuto per minuto, viene rovesciato attraverso le notizie sui miei sensi e sulle mie povere viscere e mi infurio. Penso: ‘è giusto fargliela pagare a quegli stronzi assassini’. Poi mi vengono in mente i passati trascorsi di judoka e di qualche braccio che ho rotto senza battere ciglio perché stavo nelle regole e mi dicevo: ‘se non cadi, se non ti arrendi, ti fai male!. ‘E’ colpa tua!’.

Eh, si, questa è la bestia che c’è in me! Quando qualcuno alza il tono della voce, mi guarda male o peggio mi aggredisce, sento dentro di me restringersi il campo dell’attenzione, metto a fuoco il problema, cioè l’altro, e penso immediatamente: ‘adesso ti distruggo!’

Poi penso, meno male che questo è solo istinto, carattere, difesa della vita. Adesso ragiono, metto avanti la cultura cui appartengo, i valori e il ragionamento, e provo a leggere le cose in modo diverso.

Detto questo, non nego che se qualcuno si presenta in casa, probabilmente reagisco e se ne ho la possibilità mi difendo. Se ne va della vita di persone care e mia, qualcosa faccio, senza tanto ragionarci. Tiro fuori il killer che c’è in me.

Ma se la cosa è più ampia e riguarda i mondi, le persone, la realtà, il mio modo di guardare gli eventi cambia.

E allora dico, facciamo un passo meglio dell’ISIS. L’Isis propone immagini forti di sottomissione alla volontà di Dio, attraverso le interpretazioni del corano. La realtà dell’Isis sta dilagando perché sta sovrapponendo la politica alla religione. Sta costruendo, contro i valori di un ‘occidente meschino, egoista e distruttivo’, l’ideologia e l’identità di un popolo. L’Isis sta edificando una realtà attraverso la feroce narrazione di un racconto di liberazione. Né dà notizia in modo così convincente da attirare una molteplicità di proseliti e di martiri.

Noi dobbiamo proporre un linguaggio altrettanto convincente, che con l’esempio parli al cuore e alla mente di oltre un miliardo di persone. Non basteranno denaro e forza, o deboli esami di realtà. 

Già oggi, ogni goccia di sangue versato è diventato un muro di odio e di rancore. E non ci porta da nessuna parte, se non alla guerra e ad una lettura miope della realtà.

E allora facciamo un passo in più dell’Isis con alternative politiche, discorsi e azioni decise e tempestive.

Proponiamo una narrazione della storia e delle idee, diversa. Non abbiamo bisogno di esportare la nostra democrazia illusoria, abbiamo bisogno di battere il pregiudizio con l’arte dell’incontro ai confini della realtà.

2 Commenti
Carlo link
16/11/2015 11:14:33 pm

Caro Lorenzo, un articolo molto istintivo e umano.
Sono pienamente d'accordo sull'incontro di culture e sullo scambio reciproco come ben sai.
La maggior parte delle persone che odia gli islamici non sa neppure cosa significa quella parola e purtroppo grazie all'ignoranza si creano falsi mostri alimentati dalle nostre paure più lontane, la paura dell'ignoto e del diverso.
Siamo o no in un'era globale? E allora Comunichiamo!

Carlo

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Tiziana
17/11/2015 08:26:03 am

ciao Lorenzo io purtroppo non sono brava con la sintesi come Carlo
ma quello che scrivo lo assomiglia molto .
Ho condiviso la tua rabbia iniziale, io , che accompagno una mosca alla finestra, per farla uscire , perchè possa continuare a volare , io che mi commuovo ogni giorno al sorgere del sole, al risveglio della vita, ho scovato nel mio " profondo , la mia notte , la voglia di distruggere questi esseri "alieni? ", non ho trovato per loro , l''appartenenza a nessuna specie vivente sulla terra.
ho seguito anche io attimo per attimo. Ho ascoltato domenica pomeriggio , le parole del presidente della rai,la sig,ra Maggioni , parlava di un suo libro , molto contrastato e criticato perchè parlava, se non ho capito male di censurare, certe immagini o parole perchè fanno in qualche modo propaganda. Non credo sia giusto censurare, ma fino a che punto si può far vedere ASCOLTARE il dolore di chi sta morendo? 24 ore su24' in tutte le retti televisive internet ecc...? Non è forse quello che vogliono, ? portarci alla guerra , con la paura ed il terrore?
Condivido ancora di più il finale, facciamo un passo in più, non rimaniamo nel " ghetto" con la nostra paura ad aspettare la catastrofe senza reagire.
Io non conosco bene l'uso di internet o facebook ma imparerò :
L' ISIS usa internet per convincere , per esaltare, per distruggere? Noi " uomini" cerchiamo di formare una catena robusta un muro alto per proteggerci,come dici tu con l'esempio , contrapponiamo alla distruzione ed alla morte milioni di immagini e parole positive.
Gli uomini, costruiscono , scrivono, dipingono, suonano, coltivano, proteggono , sopratutto PENSANO , gli Alieni no.
non limitiamoci a fare fiaccolate , veglie, a portare candele, e fiori e quando si spengono i riflettori...........ognuno continua a rimanere nel "ghetto" aspettando la prossima strage. Tengo a precisare che ho usato la parola ghetto non per disprezzo , ma solo nel ricordo di ciò che è gia accaduto, e perchè non succeda mai più
un abbraccio Tiziana

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Psicologo – Psicoterapeuta dell'approccio Cognitivo e Corporeo
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