
L’informazione, quella dei giornali, delle letture e anche dei corsi, talvolta si riduce all’acquisizione di notizie, di alcuni dati e delle loro conseguenze: i fatti.
Le conseguenze dei fatti, quando vengono registrate come semplici dati, diventano esse stesse notizia.
Così crediamo di essere informati perché conosciamo le notizie e le conseguenze dei fatti. Questa illusione ci rende, però, prigionieri degli effetti, degli esiti, e di conclusioni parziali e spesso ‘affrettate’. L’informazione che diventa conoscenza, invece, è la comprensione dei fenomeni indipendentemente dalle notizie che producono.
L’informazione è più di un insieme di notizie, è la capacità di metterle in relazione tra loro. L’informazione è la conoscenza delle cause: è memoria storica, è conoscenza ed esperienza. Quando ci si forma, occorre che l’informazione, l’approfondimento, l’opinione, il commento, diventino desiderio di capire, di far proprio, di elaborare. Ed è nella tempesta delle troppe informazioni che occorre un porto in cui sostare per comprendere, per accogliere, per raccontare, per completare ciò che si è appreso.
Per riuscire a trovare ciò che si cerca o quello che si è perduto, a seconda del mare di informazioni e di esperienze in cui si è immersi, per crescere come uomini, occorre trovare la bussola. Bussola di cui ha bisogno ogni persona, per acquisire un atteggiamento curioso, e ogni professionista, per acquisire un atteggiamento umile ed esperto.