
Impariamo a trarre buone lezioni dai momenti difficili .
Nel lavoro, le tensioni sembravano superate. E il passato, apparentemente trasformato, ritorna con il suo carico di ricordi e di ansie che attanagliano. Tutto si riconfigura per produrre sensazioni di disagio, impotenza, inutilità.
Nonostante si cerchi di non perdere l’orientamento delle buone relazioni, dell’affetto e dell’autoprotezione. Nonostante si vorrebbe lasciar passare i momenti difficili in modo calmo, senza arrabbiarsi, o almeno senza alzare la voce, e senza sentire le colpe del mondo addosso, si vorrebbe agire ed essere una persona diversa.
Per farlo, però, occorre compiere dei passi indietro e coprire gli spazi in modo diverso.
Quando non si riesce ad effettuare un cambio di prospettiva, ci si tuffa nella stanchezza senza riuscire più a nuotare e galleggiare. Arrabbiati con se stessi, con gli altri, con le circostanze.
Aumentano le ansie per il cambiamento, ci si spaventa, si avvertono segnali di pericolo. Non si riesce più a valorizzare se stessi, difendere quello che si è e ciò che si è realizzato nei mestieri della vita e del lavoro.
E allora, cosa impariamo dai momenti difficili? Come riusciamo a far defluire le emozioni che ci sequestrano? Come riusciamo ad accettare la realtà così com’è?
Accadono molte cose dopo ogni momento difficile e la domanda ‘cosa posso imparare, passato il temporale?’, può diventare una lezione.
Si può vedere con luce diversa le stesse cose; si può operare sul pensiero ipotizzando reazioni alternative; ci si può veder difendere le proprie ragioni; uscire da un sequestro emotivo e ragionare sugli impulsi; staccare la spina; creare un intervallo dove lasciar parlare gli altri. Sono tutte strategie che rappresentano buoni modelli di azione su cui riflettere quando ci calmiamo e ne facciamo tesoro per la burrasca successiva.
Nel lavoro, le tensioni sembravano superate. E il passato, apparentemente trasformato, ritorna con il suo carico di ricordi e di ansie che attanagliano. Tutto si riconfigura per produrre sensazioni di disagio, impotenza, inutilità.
Nonostante si cerchi di non perdere l’orientamento delle buone relazioni, dell’affetto e dell’autoprotezione. Nonostante si vorrebbe lasciar passare i momenti difficili in modo calmo, senza arrabbiarsi, o almeno senza alzare la voce, e senza sentire le colpe del mondo addosso, si vorrebbe agire ed essere una persona diversa.
Per farlo, però, occorre compiere dei passi indietro e coprire gli spazi in modo diverso.
Quando non si riesce ad effettuare un cambio di prospettiva, ci si tuffa nella stanchezza senza riuscire più a nuotare e galleggiare. Arrabbiati con se stessi, con gli altri, con le circostanze.
Aumentano le ansie per il cambiamento, ci si spaventa, si avvertono segnali di pericolo. Non si riesce più a valorizzare se stessi, difendere quello che si è e ciò che si è realizzato nei mestieri della vita e del lavoro.
E allora, cosa impariamo dai momenti difficili? Come riusciamo a far defluire le emozioni che ci sequestrano? Come riusciamo ad accettare la realtà così com’è?
Accadono molte cose dopo ogni momento difficile e la domanda ‘cosa posso imparare, passato il temporale?’, può diventare una lezione.
Si può vedere con luce diversa le stesse cose; si può operare sul pensiero ipotizzando reazioni alternative; ci si può veder difendere le proprie ragioni; uscire da un sequestro emotivo e ragionare sugli impulsi; staccare la spina; creare un intervallo dove lasciar parlare gli altri. Sono tutte strategie che rappresentano buoni modelli di azione su cui riflettere quando ci calmiamo e ne facciamo tesoro per la burrasca successiva.