
Voglio condividere con voi una riflessione sugli aspetti rivoluzionari del piacere sulla nostra vita e sul nostro modo di vivere.
Il piacere dovrebbe essere parte integrante di ogni nostra giornata. E’ scritto nel DNA: siamo progettati per ricercare il piacere ed evitare il dolore.
Il piacere ha effetti sconvolgenti: entra nell’anima delle cose e le valorizza.
Da una parte, proviamo fastidio verso alcune declinazioni del piacere. Ad esempio, quando siamo assuefatti dalle novità e ossessionati dalla ricerca del godimento fine a se stesso.
Dall’altra, tramutiamo il dovere in piacere, ed eleviamo l’appagamento dei sensi a piacere cognitivo. Convertiamo le sensazioni liberanti in controllo, conquista, costruzione di strutture, abitudini, progetti, azioni. Il piacere diventa altro, e viene confuso con la soddisfazione dell’autodisciplina, della forza di volontà e della motivazione.
Ecco che tutto diventa finzione: ‘sii felice, perché voglio che tu devi!’ e ‘realizza tutti i doveri per piacere tuo!’
Il sentimento del piacere è diventata sinonimo di positività, sicurezza, successo. Ma non è solo questo. E’ soprattutto un insieme di emozioni cognitive: serenità, pace, gioia, completezza, connessione, soddisfazione, entusiasmo.
Conosciamo a memoria i doveri e le cose che piacciono, ma proprio per questo, vale la pena diventare autonomi e fertilizzare il piacere mentre lo si realizza. Piccole cose, ma che nella vita ci devono essere: un gelato, un tramonto, le coccole, una risata, l’amore.
Il piacere, è potente. Ha una sua forza generatrice e liberatoria. Ci invita a ad amare il lato della vita elementare e vitale. Niente a che fare con il trucco di rendere piacevoli le azioni che ci renderanno felici in futuro (Per carità, anche!).
Il piacere di cui parlo, è autoalimentazione. E’ quella sveglia che ti dice: ‘fallo perché ti piace’; ‘nutriti di piacere’.
Guardare la vita con una carica emotiva orientata al piacere, ci espone a un’identità circolare. A un modo di essere presenti a se stessi senza distrazioni. Capaci di esplorare i movimenti vitali, con la consapevolezza di essere a casa, nel proprio elemento.
Cercare il piacere, non quello illusorio, ovviamente, significa andare dentro e fuori dai modelli abituali, e realizzare un cambiamento drastico nel modo di vivere, sostenuti da un vibrante fuoco interiore.
Il piacere dovrebbe essere parte integrante di ogni nostra giornata. E’ scritto nel DNA: siamo progettati per ricercare il piacere ed evitare il dolore.
Il piacere ha effetti sconvolgenti: entra nell’anima delle cose e le valorizza.
Da una parte, proviamo fastidio verso alcune declinazioni del piacere. Ad esempio, quando siamo assuefatti dalle novità e ossessionati dalla ricerca del godimento fine a se stesso.
Dall’altra, tramutiamo il dovere in piacere, ed eleviamo l’appagamento dei sensi a piacere cognitivo. Convertiamo le sensazioni liberanti in controllo, conquista, costruzione di strutture, abitudini, progetti, azioni. Il piacere diventa altro, e viene confuso con la soddisfazione dell’autodisciplina, della forza di volontà e della motivazione.
Ecco che tutto diventa finzione: ‘sii felice, perché voglio che tu devi!’ e ‘realizza tutti i doveri per piacere tuo!’
Il sentimento del piacere è diventata sinonimo di positività, sicurezza, successo. Ma non è solo questo. E’ soprattutto un insieme di emozioni cognitive: serenità, pace, gioia, completezza, connessione, soddisfazione, entusiasmo.
Conosciamo a memoria i doveri e le cose che piacciono, ma proprio per questo, vale la pena diventare autonomi e fertilizzare il piacere mentre lo si realizza. Piccole cose, ma che nella vita ci devono essere: un gelato, un tramonto, le coccole, una risata, l’amore.
Il piacere, è potente. Ha una sua forza generatrice e liberatoria. Ci invita a ad amare il lato della vita elementare e vitale. Niente a che fare con il trucco di rendere piacevoli le azioni che ci renderanno felici in futuro (Per carità, anche!).
Il piacere di cui parlo, è autoalimentazione. E’ quella sveglia che ti dice: ‘fallo perché ti piace’; ‘nutriti di piacere’.
Guardare la vita con una carica emotiva orientata al piacere, ci espone a un’identità circolare. A un modo di essere presenti a se stessi senza distrazioni. Capaci di esplorare i movimenti vitali, con la consapevolezza di essere a casa, nel proprio elemento.
Cercare il piacere, non quello illusorio, ovviamente, significa andare dentro e fuori dai modelli abituali, e realizzare un cambiamento drastico nel modo di vivere, sostenuti da un vibrante fuoco interiore.