
Cerco di immaginarmi il futuro e come tanti sono incuriosito dai telefim fantasy dove i mondi sono paralleli, le nuove tecnologie smaterializzano oggetti e persone, e raccontano di nuove e fantastiche dimensioni attraverso la realtà virtuale; dai film dove l’amore è raccontato in modo mutevole, etereo, romantico e senza tempo; dalle nuove tendenze e follie umane, raccontate sul web nell’esplorazione dei record impossibili; dai documentari del CERN che svelano le nuove frontiere della fisica e della tecnologia. Insomma guardo ad un mondo in subbuglio, da interpretare e navigare con le nuove attrezzature della conoscenza scientifica e della coscienza estesa. Anche nelle mie materie: psicologia, psicoterapia, coaching, counseling.
E cosa vedo? Ponti! Un ponte enorme tra pensiero e sensi, tra corpo e universo. Vedo che l’Io ha cambiato scena e non è più il centro compatto di un’idea astratta ed intellettuale di corpo e di mondo, sta per diventare un esploratore di un mare di elettroni attraverso la realtà virtuale.
L’Io è costretto, per le sue nuove funzioni cognitive, ad andare oltre le parole, il linguaggio e le immagini per adottare un punto di vista prospettico ed estendere il proprio apprendimento attraverso il tatto.
Toccheremo e afferreremo immagini, parole e scenari. Faremo esperienze. Entreremo in contatto con le persone e ci terremo in contatto. Non solo con l’occhio o l’orecchio della mente, ma addirittura con le mani cibernetiche della mente. Prenderemo decisioni in permanente interazione tra cervello e mondo.
Sta già succedendo: cerchiamo amici nello spazio e prendiamo decisioni dopo aver consultato molti interlocutori.
Stiamo cercando di eliminare le interfacce per vederci in faccia, da ogni luogo. Entreremo in contatto con più di un punto di vista contemporaneamente e l’intero mondo esterno diventerà un’estensione della nostra coscienza. Lo psicologo non sarà più e solo un teorico dell’anima, ma un attivo promotore di un collettivo pensante in un mondo a portata di mano.
Probabilmente, ci saranno più cyber-coach e ipnoterapeuti.
E cosa vedo? Ponti! Un ponte enorme tra pensiero e sensi, tra corpo e universo. Vedo che l’Io ha cambiato scena e non è più il centro compatto di un’idea astratta ed intellettuale di corpo e di mondo, sta per diventare un esploratore di un mare di elettroni attraverso la realtà virtuale.
L’Io è costretto, per le sue nuove funzioni cognitive, ad andare oltre le parole, il linguaggio e le immagini per adottare un punto di vista prospettico ed estendere il proprio apprendimento attraverso il tatto.
Toccheremo e afferreremo immagini, parole e scenari. Faremo esperienze. Entreremo in contatto con le persone e ci terremo in contatto. Non solo con l’occhio o l’orecchio della mente, ma addirittura con le mani cibernetiche della mente. Prenderemo decisioni in permanente interazione tra cervello e mondo.
Sta già succedendo: cerchiamo amici nello spazio e prendiamo decisioni dopo aver consultato molti interlocutori.
Stiamo cercando di eliminare le interfacce per vederci in faccia, da ogni luogo. Entreremo in contatto con più di un punto di vista contemporaneamente e l’intero mondo esterno diventerà un’estensione della nostra coscienza. Lo psicologo non sarà più e solo un teorico dell’anima, ma un attivo promotore di un collettivo pensante in un mondo a portata di mano.
Probabilmente, ci saranno più cyber-coach e ipnoterapeuti.