
Quando si ama fiduciosamente, profondamente e senza incertezze, e si scopre che qualcuno è entrato e ha colmato degli spazi che si sono liberati in seguito a periodi di difficoltà della coppia, è un momento di grande confusione per sé, per il proprio bene, per il proprio futuro.
Le prime reazioni automatiche sono di rabbia, di delusione, di dolore, di controllo. Ci si rifugia nell’angolo della depressione, nel silenzio della solitudine, nelle turbolenze dei propri pensieri, nell’abbraccio amichevole degli amici di sempre.
Le risposte più ragionate considerano gli scenari più probabili fino a contemplare quelli più catastrofici e disegnano una distanza oggettiva che riporta alle domande essenziali su se stessi: ‘io, adesso, cosa voglio?’
Nella relazione, emerge il bisogno di verità.
Per questo si formulano tante domande, tutte quelle che servono per rispondere ai molti ‘perché’ che affollano la mente.
Per se stessi, affiora il bisogno di essere felici, di svegliarsi da un incubo, di fare il possibile per festeggiare ogni chiarimento.
Ma soprattutto, e fino al momento delle interpretazioni liberatorie, si ha bisogno di non provare paura, si ha bisogno di sapere che si lotterà fino in fondo per un problema che è nato nella coppia e non per il sorriso di qualcun altro. Si ha bisogno di sapere che se si mollerà è perché ‘lo abbiamo deciso noi, nella coppia’.
Per tutti gli anni che si sono condivisi, per tutti i sogni che si sono realizzati, ‘se ci sarà un epilogo o una rinascita, lo destineremo noi!’
Per il momento, liberiamo la paura, ricordiamoci che al mondo siamo nati ‘soli’, che la verità fa crescere, che rifugiarsi negli angoli è solo un modo, temporaneo, di guardare le cose.
Le prime reazioni automatiche sono di rabbia, di delusione, di dolore, di controllo. Ci si rifugia nell’angolo della depressione, nel silenzio della solitudine, nelle turbolenze dei propri pensieri, nell’abbraccio amichevole degli amici di sempre.
Le risposte più ragionate considerano gli scenari più probabili fino a contemplare quelli più catastrofici e disegnano una distanza oggettiva che riporta alle domande essenziali su se stessi: ‘io, adesso, cosa voglio?’
Nella relazione, emerge il bisogno di verità.
Per questo si formulano tante domande, tutte quelle che servono per rispondere ai molti ‘perché’ che affollano la mente.
Per se stessi, affiora il bisogno di essere felici, di svegliarsi da un incubo, di fare il possibile per festeggiare ogni chiarimento.
Ma soprattutto, e fino al momento delle interpretazioni liberatorie, si ha bisogno di non provare paura, si ha bisogno di sapere che si lotterà fino in fondo per un problema che è nato nella coppia e non per il sorriso di qualcun altro. Si ha bisogno di sapere che se si mollerà è perché ‘lo abbiamo deciso noi, nella coppia’.
Per tutti gli anni che si sono condivisi, per tutti i sogni che si sono realizzati, ‘se ci sarà un epilogo o una rinascita, lo destineremo noi!’
Per il momento, liberiamo la paura, ricordiamoci che al mondo siamo nati ‘soli’, che la verità fa crescere, che rifugiarsi negli angoli è solo un modo, temporaneo, di guardare le cose.