
Credo che siamo tutti propensi a pensare all’amore come ad un sentimento profondo, pervasivo, totalizzante, indecifrabile. In realtà vorrei scomporlo nelle sue componenti ed evidenziare l’importanza della consapevolezza e della volontà nella sua piena espressione umana.
Ci sono atti della consapevolezza e della volontà che non sono riconducibili solo all’amore fisico o psichico, alle emozioni o ai sentimenti. Pertanto, il sentimento dell’amore che è senz’altro riconducibile a stimoli, affezioni, attaccamenti, si ritrova definito da esperienze specifiche che sono in sé finite e limitate, e che alla fine non lo valorizzano pienamente.
Il passaggio fondamentale che si rileva nello sviluppo del sentimento dell’amore, è che all’inizio soddisfa i bisogni e la fantasia, successivamente si espande verso la ragione e l’astrazione.
All’inizio proviamo un sentimento di attrazione. Attraverso l’eros, che è il fattore psichico o emotivo, soddisfiamo i nostri interessi: 0 ———> +. In questa figura, l’eros incontra uno stimolo positivo fino alla sua realizzazione finita e limitata.
Più tardi si sviluppa un sentimento, un amore amico, come dicono i filosofi, una ‘filia’, che non è più e solo stimolo positivo, ma un vero e proprio riconoscimento reciproco. Amiamo e siamo corrisposti: + <— —> +. Lo scambio è reciproco.
Successivamente interviene qualcosa che è prodotto dall’IO, da noi, e che riguarda l’'agape’ e che ci permette, indipendentemente dall’altro, di produrre aiuto, di fare del bene, di essere amici, di amare. Questo è l’amore gratuito, un amore propriamente umano: + ——> - . Non è necessario che l’altro ami, noi amiamo.
L’oggetto caratteristico di questa attività ’agape’, è la consapevolezza e la volontà di volere il vero dell’amore, non verso qualcuno o verso qualcosa di specifico, non verso l’uomo o la donna, ma verso il bene.
Questo tipo di amore ci rende capaci di usare gli occhiali giusti in ogni tipo di coinvolgimento. In altre parole, ci rende liberi di amare per il piacere di farlo.
Ci sono atti della consapevolezza e della volontà che non sono riconducibili solo all’amore fisico o psichico, alle emozioni o ai sentimenti. Pertanto, il sentimento dell’amore che è senz’altro riconducibile a stimoli, affezioni, attaccamenti, si ritrova definito da esperienze specifiche che sono in sé finite e limitate, e che alla fine non lo valorizzano pienamente.
Il passaggio fondamentale che si rileva nello sviluppo del sentimento dell’amore, è che all’inizio soddisfa i bisogni e la fantasia, successivamente si espande verso la ragione e l’astrazione.
All’inizio proviamo un sentimento di attrazione. Attraverso l’eros, che è il fattore psichico o emotivo, soddisfiamo i nostri interessi: 0 ———> +. In questa figura, l’eros incontra uno stimolo positivo fino alla sua realizzazione finita e limitata.
Più tardi si sviluppa un sentimento, un amore amico, come dicono i filosofi, una ‘filia’, che non è più e solo stimolo positivo, ma un vero e proprio riconoscimento reciproco. Amiamo e siamo corrisposti: + <— —> +. Lo scambio è reciproco.
Successivamente interviene qualcosa che è prodotto dall’IO, da noi, e che riguarda l’'agape’ e che ci permette, indipendentemente dall’altro, di produrre aiuto, di fare del bene, di essere amici, di amare. Questo è l’amore gratuito, un amore propriamente umano: + ——> - . Non è necessario che l’altro ami, noi amiamo.
L’oggetto caratteristico di questa attività ’agape’, è la consapevolezza e la volontà di volere il vero dell’amore, non verso qualcuno o verso qualcosa di specifico, non verso l’uomo o la donna, ma verso il bene.
Questo tipo di amore ci rende capaci di usare gli occhiali giusti in ogni tipo di coinvolgimento. In altre parole, ci rende liberi di amare per il piacere di farlo.