
Ogni risposta alle nostre domande è un pezzo di strada che ci lasciamo alle spalle. Ogni domanda ben fatta, guarda alla consapevolezza e merita il nostro inchino.
Ogni giorno, quando ci alziamo, le domande che ci facciamo, più o meno coscienti, ci aiutano a cominciare la giornata nel migliore dei modi, a svolgere i nostri compiti e a rispondere al mondo che viviamo.
Tutti desideriamo essere felici, pieni di energia e ricchi di sogni, e forse ci poniamo le stesse domande.
Che riguardi un progetto, un lavoro, una conquista personale o affettiva, sentiamo il dovere di andare a fondo dei nostri perché. Non riguarda solo il sapere cosa facciamo, come lo facciamo o come impieghiamo il nostro tempo, o in che modo raggiungiamo i nostri traguardi. Ci poniamo delle domande apparentemente ingenue, ma utili per trovare nuove prospettive: che cos’è? Come funziona? Perché succede? Come comincia? Che senso ha? Quanto mi piace? …e perché?
E i nostri ‘perché’ sono meravigliosi quando ci aiutano a capire le motivazioni di quello che facciamo. Ci aiutano a capire gli scopi che abbiamo, i fattori stimolanti, le cose in cui crediamo e il senso della nostra esistenza. Perché ci alziamo la mattina, perché siamo così importanti per qualcuno, il modo in cui pensiamo e agiamo.
Porsi con metodo delle domande, è dunque un guardare avanti. E nel guardare avanti ci si chiede: qual è l’obiettivo? Qual è il prossimo passo? Quali sono i rischi e le opportunità? Quali sono i vincoli? Quali sono le risorse necessarie?
E allora sotto a cercare di capire i nostri ‘perché’ anche con domande paradossali (‘che cosa succederebbe se…’), creative, differenti, uniche, perché nella domanda ci sono i nostri sogni e nella risposta c’è la nostra realtà.
E così, mentre abbiamo il potenziale di essere tutto e il suo contrario, il pensiero di R. M. Rilke ci soccorre: ‘vivi nelle tue domande ora, perché significa, in qualche giorno lontano nel futuro, vivere a tuo modo nella risposta’.
Ogni giorno, quando ci alziamo, le domande che ci facciamo, più o meno coscienti, ci aiutano a cominciare la giornata nel migliore dei modi, a svolgere i nostri compiti e a rispondere al mondo che viviamo.
Tutti desideriamo essere felici, pieni di energia e ricchi di sogni, e forse ci poniamo le stesse domande.
Che riguardi un progetto, un lavoro, una conquista personale o affettiva, sentiamo il dovere di andare a fondo dei nostri perché. Non riguarda solo il sapere cosa facciamo, come lo facciamo o come impieghiamo il nostro tempo, o in che modo raggiungiamo i nostri traguardi. Ci poniamo delle domande apparentemente ingenue, ma utili per trovare nuove prospettive: che cos’è? Come funziona? Perché succede? Come comincia? Che senso ha? Quanto mi piace? …e perché?
E i nostri ‘perché’ sono meravigliosi quando ci aiutano a capire le motivazioni di quello che facciamo. Ci aiutano a capire gli scopi che abbiamo, i fattori stimolanti, le cose in cui crediamo e il senso della nostra esistenza. Perché ci alziamo la mattina, perché siamo così importanti per qualcuno, il modo in cui pensiamo e agiamo.
Porsi con metodo delle domande, è dunque un guardare avanti. E nel guardare avanti ci si chiede: qual è l’obiettivo? Qual è il prossimo passo? Quali sono i rischi e le opportunità? Quali sono i vincoli? Quali sono le risorse necessarie?
E allora sotto a cercare di capire i nostri ‘perché’ anche con domande paradossali (‘che cosa succederebbe se…’), creative, differenti, uniche, perché nella domanda ci sono i nostri sogni e nella risposta c’è la nostra realtà.
E così, mentre abbiamo il potenziale di essere tutto e il suo contrario, il pensiero di R. M. Rilke ci soccorre: ‘vivi nelle tue domande ora, perché significa, in qualche giorno lontano nel futuro, vivere a tuo modo nella risposta’.