
Ci sono figli desiderati con la forza dell’amore, aiutati in ogni passaggio cruciale, sostenuti fino ad essere viziati, che faticano ad apprendere e rincorrono la crescita psicologica e fisica.
Ci sono genitori attenti, che guardano allo sviluppo e alle difficoltà del figlio e si interrogano, intervengono e scoprono i problemi di apprendimento.
Il figlio dei miracoli, i problemi di apprendimento (in questo caso legati alla memoria a breve termine) ha cercato di nasconderli come meglio ha potuto, ma nei dettati, nei compiti matematici, nell’ascolto delle lezioni, si è trovato indietro non riuscendo a trattenere le informazioni e ad elaborarle come tutti gli altri. Questa diversità ha rischiato di creare un disadattato, un infelice, un emarginato per tutta la vita. Invece, è stato identificato il problema ed è iniziata una grande opportunità di crescita.
La scoperta di un problema grave, ma non drammatico, invita fin da subito a vedere la difficoltà in un’ottica pragmatica e a cercare le soluzioni più adatte e creative.
Tutto questo succede anche all'adulto quando, di fronte ad un problema che non riesce ad identificare, cerca soluzioni arcaiche in risposte emotive e comportamenti inadatti: confondendosi, arrabbiandosi, lamentandosi.
Quindi anche per l’adulto la difficoltà è nell'apprendimento: deve innanzitutto fermarsi, riflettere, leggere il contesto e dirsi ’cosa non ho identificato di questa situazione?’.
Il vero problema non è gestire o controllare le reazioni emotive legate alle circostanze, anche, ma soprattutto è leggere la situazione, per prendersi il tempo di elaborare le informazioni e individuare la giusta prospettiva. Solo il cambio di visione ‘soluzione del problema, invece di controllo delle reazioni’, determina la magia di un’emotività che riposa su strutture cognitive più efficaci.
Ci sono genitori attenti, che guardano allo sviluppo e alle difficoltà del figlio e si interrogano, intervengono e scoprono i problemi di apprendimento.
Il figlio dei miracoli, i problemi di apprendimento (in questo caso legati alla memoria a breve termine) ha cercato di nasconderli come meglio ha potuto, ma nei dettati, nei compiti matematici, nell’ascolto delle lezioni, si è trovato indietro non riuscendo a trattenere le informazioni e ad elaborarle come tutti gli altri. Questa diversità ha rischiato di creare un disadattato, un infelice, un emarginato per tutta la vita. Invece, è stato identificato il problema ed è iniziata una grande opportunità di crescita.
La scoperta di un problema grave, ma non drammatico, invita fin da subito a vedere la difficoltà in un’ottica pragmatica e a cercare le soluzioni più adatte e creative.
Tutto questo succede anche all'adulto quando, di fronte ad un problema che non riesce ad identificare, cerca soluzioni arcaiche in risposte emotive e comportamenti inadatti: confondendosi, arrabbiandosi, lamentandosi.
Quindi anche per l’adulto la difficoltà è nell'apprendimento: deve innanzitutto fermarsi, riflettere, leggere il contesto e dirsi ’cosa non ho identificato di questa situazione?’.
Il vero problema non è gestire o controllare le reazioni emotive legate alle circostanze, anche, ma soprattutto è leggere la situazione, per prendersi il tempo di elaborare le informazioni e individuare la giusta prospettiva. Solo il cambio di visione ‘soluzione del problema, invece di controllo delle reazioni’, determina la magia di un’emotività che riposa su strutture cognitive più efficaci.