
Propongo un piccolo esercizio che speriamo non accada nella realtà, ma che ha solo il potere di farci riflettere in un modo diverso. Ma se capitasse di perdere l’aiuto di coloro che ci sostengono (genitori, affetti, compagnia), come ci muoveremmo nella vita? Come ci comporteremmo, ad esempio, nell'ambito lavorativo o affettivo? A che santi ci voteremmo? Come terremmo diritta la nostra colonna vertebrale? Come respireremmo? Cosa faremmo di diverso?
Credo dovremo nascere una seconda volta, ma in questo caso psicologicamente. Inizialmente sarebbe la sopravvivenza a farci fare questo o quello, cercando posti nuovi, contatti diversi, affrontando nuovi mestieri, ma poi si dovrebbe costituire un processo interiore di nuove percezioni.
Si passerebbe da una fase di estrema solitudine e frustrazione, forse abbattimento, a qualcosa che osserva la realtà circostante e la sorvola con un radar speciale alla ricerca della vita. E la vita sarebbero nuovi contatti, comportamenti più coraggiosi, idee innovative, determinazione a far succedere anche i 'miracoli'.
Sono solo voli pindarici, ma se veramente perdessimo alcune rassicuranti certezze? Cosa ci guadagneremmo? Forse una boccata di dinamismo?
Qualcosa ci guadagneremmo. Pensiamoci!
Diventeremmo i fautori della nostra realtà, nessuno ci tratterrebbe dallo sperimentare; potremmo sbagliare, ma anche imparare dall’università della vita; sopporteremmo meglio le diversità altrui; apprezzeremmo al meglio la realtà che c’è; e chissà quante altre cose ancora.
Per il momento, votiamoci ad un esercizio teorico che ha il valore di farci prendere un po’ di distanza dalla bambagia e capire il prezzo di una vita che va cercata.
Credo dovremo nascere una seconda volta, ma in questo caso psicologicamente. Inizialmente sarebbe la sopravvivenza a farci fare questo o quello, cercando posti nuovi, contatti diversi, affrontando nuovi mestieri, ma poi si dovrebbe costituire un processo interiore di nuove percezioni.
Si passerebbe da una fase di estrema solitudine e frustrazione, forse abbattimento, a qualcosa che osserva la realtà circostante e la sorvola con un radar speciale alla ricerca della vita. E la vita sarebbero nuovi contatti, comportamenti più coraggiosi, idee innovative, determinazione a far succedere anche i 'miracoli'.
Sono solo voli pindarici, ma se veramente perdessimo alcune rassicuranti certezze? Cosa ci guadagneremmo? Forse una boccata di dinamismo?
Qualcosa ci guadagneremmo. Pensiamoci!
Diventeremmo i fautori della nostra realtà, nessuno ci tratterrebbe dallo sperimentare; potremmo sbagliare, ma anche imparare dall’università della vita; sopporteremmo meglio le diversità altrui; apprezzeremmo al meglio la realtà che c’è; e chissà quante altre cose ancora.
Per il momento, votiamoci ad un esercizio teorico che ha il valore di farci prendere un po’ di distanza dalla bambagia e capire il prezzo di una vita che va cercata.