
I mutamenti sociali stanno producendo cambiamenti nella vita quotidiana delle persone stravolgendo ruoli e certezze. Gli uomini sono diventati dei ‘coinquilini’ e le donne delle ‘uome’.
Al tramonto del patriarcato e del femminismo, le nuove piattaforme dove si incontrano le esigenze delle persone sono gli spazi virtuali del web e della fantasia. E’ un cambiamento epocale per la percezione della realtà, per la conoscenza del mondo e di se stessi.
Questi nuovi territori immateriali di comunicazione hanno tolto alla mente i riferimenti sicuri del corpo, del sesso, degli affetti, delle relazioni, dei valori. L’io di ognuno di noi, proiettandosi in territori simulati ha perduto la certezza della stabilità, della continuità, della affidabilità del corpo, delle emozioni e dei riferimenti culturali, ed è entrato nel territorio del possibile, del diverso, dell’alternativo.
Un IO che si proietta nell'immateriale, non è più sicuro di niente. Il corpo viene sentito come il prodotto di un’immagine, le emozioni vengono percepite come fluttuanti e mutevoli, la mente si organizza come una farfalla impazzita o come un androide, le relazioni vengono avvertite come instabili e capricciose.
La soddisfazione delle esigenze di fondo, quali amare, fare sesso, sposarsi, avere figli e relazioni rimangono, ma cambiano forma e tempo. Nello spazio virtuale, l’amore diventa sballo, il sesso viene vissuto come una necessità senza volto, il matrimonio come una gattabuia, i figli come degli avatar angelici, le relazioni come link che dipendono dalla rete. Il quadro è inquietante, ma è molto interessante il fatto che l’uomo da quando ha scoperto il riflesso di sé nell’acqua, negli occhi delle persone e del mondo, adesso sta proiettando se stesso nell’infinitamente piccolo della natura delle cose.
Al tramonto del patriarcato e del femminismo, le nuove piattaforme dove si incontrano le esigenze delle persone sono gli spazi virtuali del web e della fantasia. E’ un cambiamento epocale per la percezione della realtà, per la conoscenza del mondo e di se stessi.
Questi nuovi territori immateriali di comunicazione hanno tolto alla mente i riferimenti sicuri del corpo, del sesso, degli affetti, delle relazioni, dei valori. L’io di ognuno di noi, proiettandosi in territori simulati ha perduto la certezza della stabilità, della continuità, della affidabilità del corpo, delle emozioni e dei riferimenti culturali, ed è entrato nel territorio del possibile, del diverso, dell’alternativo.
Un IO che si proietta nell'immateriale, non è più sicuro di niente. Il corpo viene sentito come il prodotto di un’immagine, le emozioni vengono percepite come fluttuanti e mutevoli, la mente si organizza come una farfalla impazzita o come un androide, le relazioni vengono avvertite come instabili e capricciose.
La soddisfazione delle esigenze di fondo, quali amare, fare sesso, sposarsi, avere figli e relazioni rimangono, ma cambiano forma e tempo. Nello spazio virtuale, l’amore diventa sballo, il sesso viene vissuto come una necessità senza volto, il matrimonio come una gattabuia, i figli come degli avatar angelici, le relazioni come link che dipendono dalla rete. Il quadro è inquietante, ma è molto interessante il fatto che l’uomo da quando ha scoperto il riflesso di sé nell’acqua, negli occhi delle persone e del mondo, adesso sta proiettando se stesso nell’infinitamente piccolo della natura delle cose.