
Quante volte abbiamo desiderato, pensato e immaginato dei progetti che poi non si sono concretizzati. Li abbiamo coltivati, custoditi e accarezzati, ma niente. Forze più grandi di noi si sono messe di traverso e puff … il nostro scopo è caduto miseramente.
A volte le forze in gioco si chiamano paura, sfiducia, esitazione. Altre volte buon senso, ragionevolezza, pazienza.
Questi movimenti sono talmente forti che siamo tentati di prendere decisioni inappropriate indipendentemente dal fatto che siano razionali o irrazionali.
Nel caso di una decisione affettiva possiamo dimenticare le nostre sensazioni ed emozioni. Nella realizzazione professionale possiamo tralasciare un piano ben congegnato e applicare strategie improvvisate in base all’umore.
Le emozioni che si attivano con il nostro desiderio di avere di più sono l’ avidità, la paura, l’attesa, la fiducia. E chissà quante altre ancora. Vogliamo provare l’eccitazione, l’aspettativa, la pienezza, il potere attraverso le cose che realizziamo. Vogliamo essere connessi con le nostre forze più istintive e le nostre intuizioni più sottili. Vogliamo essere accesi come un lampadario.
Tutte queste emozioni però non devono travolgerci. Devono essere verificate e accudite consapevolmente.
Una psicologia di buon senso che ci aiuti a realizzare i nostri più reconditi scopi – e non c’è nulla di male a farlo - deve tener conto della complessità e delle forze in gioco.
Deve essere sostenuta da un buon piano e perseguita da una buona strategia. Deve anche consentirci di sbagliare e di correggerci per lasciarci il tempo di riflettere e di rialzarci quando cadiamo nella polvere.
A volte le forze in gioco si chiamano paura, sfiducia, esitazione. Altre volte buon senso, ragionevolezza, pazienza.
Questi movimenti sono talmente forti che siamo tentati di prendere decisioni inappropriate indipendentemente dal fatto che siano razionali o irrazionali.
Nel caso di una decisione affettiva possiamo dimenticare le nostre sensazioni ed emozioni. Nella realizzazione professionale possiamo tralasciare un piano ben congegnato e applicare strategie improvvisate in base all’umore.
Le emozioni che si attivano con il nostro desiderio di avere di più sono l’ avidità, la paura, l’attesa, la fiducia. E chissà quante altre ancora. Vogliamo provare l’eccitazione, l’aspettativa, la pienezza, il potere attraverso le cose che realizziamo. Vogliamo essere connessi con le nostre forze più istintive e le nostre intuizioni più sottili. Vogliamo essere accesi come un lampadario.
Tutte queste emozioni però non devono travolgerci. Devono essere verificate e accudite consapevolmente.
Una psicologia di buon senso che ci aiuti a realizzare i nostri più reconditi scopi – e non c’è nulla di male a farlo - deve tener conto della complessità e delle forze in gioco.
Deve essere sostenuta da un buon piano e perseguita da una buona strategia. Deve anche consentirci di sbagliare e di correggerci per lasciarci il tempo di riflettere e di rialzarci quando cadiamo nella polvere.