
Gli eventi del passato sono spesso confusi e impediscono i normali processi di elaborazione come sappiamo dall’analisi delle esperienze infantili, dei sogni o dei vissuti traumatici. Le riflessioni sulle relazioni affettive presenti ci consente di fare correlazioni e di capire dove entriamo in conflitto o dove sbagliamo nelle valutazioni o nelle aspettative. Ma rimane sovente un retrogusto che impedisce una costruttiva riflessione o parallelismo tra passato e presente.
Ad esempio, immaginiamo in parallelo due esperienze del medesimo copione. La prima, una storia d’amore appena sbocciata. La seconda, un abbandono e una difficile relazione materna. Facendo alcune connessioni per ridurre le influenze passate sulla nuova storia cerchiamo di scoprire come un amore nascente possa sviluppare una maggiore empatia nei confronti di persone (in questo caso la madre) vissute in modo conflittuale.
Una disistima manifesta del genitore che ad ogni intrapresa diventa ‘è inutile che tu cominci, tanto …’, nel nascente rapporto di coppia suona come una ricerca di stima e di riconoscimento, o ancor di più come richiesta di un amore incondizionato e verosimilmente materno. Una situazione irrigidita nei comportamenti e nelle abitudini da parte del genitore, nella nuova relazione diventa sfida a trovare coerenza in un sistema dinamico e pieno di incertezze. Un giudizio silenzioso e non verbale del pensiero materno, diventa bisogno di accoglienza totale di ciò che si è da parte della compagna. La mancanza di dialogo in famiglia, diventa necessità di essere curiosi dell’altro fino alle massime espressioni di amore e di grazia, fino a percepire il riconoscimento più ambizioso di se stessi. Espresso dalle parole: ‘ti amo perché sei tu … e perché sei unico!’
Il passato incombe con i suoi copioni, ma il presente lenisce e può offrire le opportune chiavi per lasciare andare immagini e forme che, fissate nelle lastre della camera oscura, impediscono l’evolversi di una empatia profonda ed accogliente per gli occhi di una madre che non ha mai saputo cosa siano le lacrime d’amore.
Ad esempio, immaginiamo in parallelo due esperienze del medesimo copione. La prima, una storia d’amore appena sbocciata. La seconda, un abbandono e una difficile relazione materna. Facendo alcune connessioni per ridurre le influenze passate sulla nuova storia cerchiamo di scoprire come un amore nascente possa sviluppare una maggiore empatia nei confronti di persone (in questo caso la madre) vissute in modo conflittuale.
Una disistima manifesta del genitore che ad ogni intrapresa diventa ‘è inutile che tu cominci, tanto …’, nel nascente rapporto di coppia suona come una ricerca di stima e di riconoscimento, o ancor di più come richiesta di un amore incondizionato e verosimilmente materno. Una situazione irrigidita nei comportamenti e nelle abitudini da parte del genitore, nella nuova relazione diventa sfida a trovare coerenza in un sistema dinamico e pieno di incertezze. Un giudizio silenzioso e non verbale del pensiero materno, diventa bisogno di accoglienza totale di ciò che si è da parte della compagna. La mancanza di dialogo in famiglia, diventa necessità di essere curiosi dell’altro fino alle massime espressioni di amore e di grazia, fino a percepire il riconoscimento più ambizioso di se stessi. Espresso dalle parole: ‘ti amo perché sei tu … e perché sei unico!’
Il passato incombe con i suoi copioni, ma il presente lenisce e può offrire le opportune chiavi per lasciare andare immagini e forme che, fissate nelle lastre della camera oscura, impediscono l’evolversi di una empatia profonda ed accogliente per gli occhi di una madre che non ha mai saputo cosa siano le lacrime d’amore.