
Siamo talmente inondati di informazioni che pesa persino mettersi a leggere un libro o imparare una cosa nuova. Tutto sembra più annacquato, liquido, inafferrabile. Gli esami della realtà quotidiana ci mettono di fronte alla nostra in-capacità di adattamento e a un futuro tutto da interpretare. Se abbiamo capito come va il mondo, da adulti continuiamo a formarci perché sappiamo che le conoscenze di ieri sono obsolete e quelle di oggi lo sono già in parte.
I contesti di apprendimento conditi di esami e voti, di verifiche e compiti, che nel passato sarebbero bastate per tutta la vita, oggi bastano, si e no, 5 anni.
Quindi, non basta avere una laurea, aver letto tutti i libri del mondo, come non basta avere tutta l’esperienza di chi ha smanettato tutta la vita, perché si debbono coniugare nuove sintesi tra la capacità di imparare di nuovo e avere un atteggiamento positivo verso il nuovo.
Quello che sembra fare la differenza tra le persone riguarda la maturazione della capacità ad apprendere a qualsiasi età, la voglia di continuare a farlo e di crescere personalmente.
Per cui, quando penso ad una formazione dove l’aspetto umano è rilevante, penso a un contesto dove sperimentare la gioia, il gusto dell’apprendimento e di ‘fare per tre’: per noi, per l’altro, per l’ambiente nel quale si vive. Da una parte provando gioia e amore per il sapere, dall’altra coltivando cambiamenti di prospettiva rispetto all’apprendimento.
Per realizzare una formazione che stimoli ad imparare, almeno negli adulti, occorre un clima dove la rilassatezza e la soluzioni di problemi personali facciano maturare una libera volontà di apprendimento indirizzata verso progetti concreti, organici, intenzionali e attuabili. Non chiacchiere.
Abbiamo bisogno di accendere una curiosità filosofica verso l’acquisizione di competenze (il gusto di acquisire comportamenti con l’esperienza), lo sviluppo di processi di individuazione (nel senso Junghiano di integrazione della personalità) e di relazioni costruttive e pragmatiche.
Tutto questo si realizza con le domande. Ponendoci molte domande troveremo molte risposte, che a loro volta genereranno ancora più domande.
Lo scopo? Tenere viva la curiosità e la voglia di imparare ad imparare.
La strategia delle strategie? Porsi la domanda iniziale: ‘scrivendo, comunicando, lavorando, ascoltando … cosa imparerò di nuovo oggi?’
I contesti di apprendimento conditi di esami e voti, di verifiche e compiti, che nel passato sarebbero bastate per tutta la vita, oggi bastano, si e no, 5 anni.
Quindi, non basta avere una laurea, aver letto tutti i libri del mondo, come non basta avere tutta l’esperienza di chi ha smanettato tutta la vita, perché si debbono coniugare nuove sintesi tra la capacità di imparare di nuovo e avere un atteggiamento positivo verso il nuovo.
Quello che sembra fare la differenza tra le persone riguarda la maturazione della capacità ad apprendere a qualsiasi età, la voglia di continuare a farlo e di crescere personalmente.
Per cui, quando penso ad una formazione dove l’aspetto umano è rilevante, penso a un contesto dove sperimentare la gioia, il gusto dell’apprendimento e di ‘fare per tre’: per noi, per l’altro, per l’ambiente nel quale si vive. Da una parte provando gioia e amore per il sapere, dall’altra coltivando cambiamenti di prospettiva rispetto all’apprendimento.
Per realizzare una formazione che stimoli ad imparare, almeno negli adulti, occorre un clima dove la rilassatezza e la soluzioni di problemi personali facciano maturare una libera volontà di apprendimento indirizzata verso progetti concreti, organici, intenzionali e attuabili. Non chiacchiere.
Abbiamo bisogno di accendere una curiosità filosofica verso l’acquisizione di competenze (il gusto di acquisire comportamenti con l’esperienza), lo sviluppo di processi di individuazione (nel senso Junghiano di integrazione della personalità) e di relazioni costruttive e pragmatiche.
Tutto questo si realizza con le domande. Ponendoci molte domande troveremo molte risposte, che a loro volta genereranno ancora più domande.
Lo scopo? Tenere viva la curiosità e la voglia di imparare ad imparare.
La strategia delle strategie? Porsi la domanda iniziale: ‘scrivendo, comunicando, lavorando, ascoltando … cosa imparerò di nuovo oggi?’