
In una coppia, quando le fatiche economiche, lavorative e di gestione quotidiana, logorano gli aspetti ideali che li hanno sostenuti, bisogna riabilitare al meglio le parti adulte sopravvissute alle delusioni, ai conflitti e alle discussioni interminabili.
Se nella costruzione di una casa, il terreno è buono, ma il geometra è confuso occorre mantenere la fiducia in un progetto che, si spera, ha bisogno di accomodamenti e buone idee.
Non si può solo vedere nell’altro i difetti, le cose non fatte, i compiti accumulati, gli errori e pretendere che l’altro si senta spronato, grazie a questo martellamento, a cambiare.
L’altro, sente viepiù la fatica mentale di rispondere. Non è più sostenuto dalle farfalle nello stomaco, dalla fiducia e dai sogni. A martellate, non va. E la domanda è: ‘a cosa serve lo sbarellamento?’
Il primo stimolo arriva, 'si fa'; il secondo, 'va così così'; il terzo, 'va per forza'; e il quarto produce ansia. E quando una persona sta male, sente male, pensa male, reagisce con paura, discussioni, disattenzioni, fastidio, giudizio, colpa.
L’onda travolge tavola e surfista e si perde la visione della coppia a 360°. E’ come avere un sacco pieno e la mano vuota. E’ frustrante!
Voler inchiodare l’altro alle sue responsabilità con paletti, regole, rimproveri, per un po’ può funzionare, ma poi troviamo uno dei due, arrabbiato col mondo, ad abbaiare alla luna.
Quando accadono momenti di questo tipo, saltano i ponti e ognuno è costretto a ripristinare un dialogo adulto, con se stesso, con l’altro, con le conseguenze.
Ma come si fa?
Se il terreno è buono, bisogna ritrovare una comunicazione sana, senza emettere giudizi, sentenze, colpe. In fondo si sta insieme per buoni motivi tra i quali quelli di crescere attraverso l’aiuto e il sostegno reciproco. Casomai si prende penna e calamaio e si comincia a riscrivere il libro del rispetto, del dialogo, dell’amore, della gioia di stare insieme.
E’ un percorso, non scontato, di cui bisogna fare esperienza insieme, con la capacità di leggere tra le righe le cose vive della relazione, mentre il terreno restituisce i suoi frutti.
Se nella costruzione di una casa, il terreno è buono, ma il geometra è confuso occorre mantenere la fiducia in un progetto che, si spera, ha bisogno di accomodamenti e buone idee.
Non si può solo vedere nell’altro i difetti, le cose non fatte, i compiti accumulati, gli errori e pretendere che l’altro si senta spronato, grazie a questo martellamento, a cambiare.
L’altro, sente viepiù la fatica mentale di rispondere. Non è più sostenuto dalle farfalle nello stomaco, dalla fiducia e dai sogni. A martellate, non va. E la domanda è: ‘a cosa serve lo sbarellamento?’
Il primo stimolo arriva, 'si fa'; il secondo, 'va così così'; il terzo, 'va per forza'; e il quarto produce ansia. E quando una persona sta male, sente male, pensa male, reagisce con paura, discussioni, disattenzioni, fastidio, giudizio, colpa.
L’onda travolge tavola e surfista e si perde la visione della coppia a 360°. E’ come avere un sacco pieno e la mano vuota. E’ frustrante!
Voler inchiodare l’altro alle sue responsabilità con paletti, regole, rimproveri, per un po’ può funzionare, ma poi troviamo uno dei due, arrabbiato col mondo, ad abbaiare alla luna.
Quando accadono momenti di questo tipo, saltano i ponti e ognuno è costretto a ripristinare un dialogo adulto, con se stesso, con l’altro, con le conseguenze.
Ma come si fa?
Se il terreno è buono, bisogna ritrovare una comunicazione sana, senza emettere giudizi, sentenze, colpe. In fondo si sta insieme per buoni motivi tra i quali quelli di crescere attraverso l’aiuto e il sostegno reciproco. Casomai si prende penna e calamaio e si comincia a riscrivere il libro del rispetto, del dialogo, dell’amore, della gioia di stare insieme.
E’ un percorso, non scontato, di cui bisogna fare esperienza insieme, con la capacità di leggere tra le righe le cose vive della relazione, mentre il terreno restituisce i suoi frutti.