
Sono passati molti anni e l’amore è finito. Lui non ha più stimoli. Lei ha radicati valori nella famiglia, crede nella coppia e investe energie nello sforzo di riavvicinamento e di dialogo. Purtroppo arriva il punto di decisione critico: l’abbandono della casa.
La sofferenza per entrambi è molto forte. I legami da riconfigurare sono tanti. Le incognite ancora di più.
Non bastano le lacrime a ricomporre i fili del sentimento, non bastano i nuovi volti con cui ognuno esprime il proprio dolore, non basta la rabbia rassegnata con cui si esprime la distanza dal compagno/a. C’è solo l’incredulità, la delusione, il vuoto, la solitudine.
La decisione mette fine alle parole contro i muri e ai segni nell'anima.
Non c’è chiarezza del perché finisce l’amore, ma non ci si può fare carico del dolore degli altri. Si può provare un profondo senso di colpa e comprendere i propri errori (di non avere parlato prima o di non aver dato segnali di stanchezza), ma la vita porta avanti il suo disegno.
Ora rimane un tempo risicato per la metamorfosi di una famiglia che cambia assetto e che cerca i modi della nuova sopravvivenza: l’affidamento dei figli, la casa, il mantenimento.
E’ l’unica strada, la separazione? La si deve accettare?
Seppure con dolore, la risposta è ‘sì!’. La decisione presa porta chiarezza, permette verifiche, accarezza la realtà di obiettivi e valori diversi. Il fallimento porta tristezza, ma il futuro non è muto e non è cieco.
La sofferenza per entrambi è molto forte. I legami da riconfigurare sono tanti. Le incognite ancora di più.
Non bastano le lacrime a ricomporre i fili del sentimento, non bastano i nuovi volti con cui ognuno esprime il proprio dolore, non basta la rabbia rassegnata con cui si esprime la distanza dal compagno/a. C’è solo l’incredulità, la delusione, il vuoto, la solitudine.
La decisione mette fine alle parole contro i muri e ai segni nell'anima.
Non c’è chiarezza del perché finisce l’amore, ma non ci si può fare carico del dolore degli altri. Si può provare un profondo senso di colpa e comprendere i propri errori (di non avere parlato prima o di non aver dato segnali di stanchezza), ma la vita porta avanti il suo disegno.
Ora rimane un tempo risicato per la metamorfosi di una famiglia che cambia assetto e che cerca i modi della nuova sopravvivenza: l’affidamento dei figli, la casa, il mantenimento.
E’ l’unica strada, la separazione? La si deve accettare?
Seppure con dolore, la risposta è ‘sì!’. La decisione presa porta chiarezza, permette verifiche, accarezza la realtà di obiettivi e valori diversi. Il fallimento porta tristezza, ma il futuro non è muto e non è cieco.