
La realtà è distorta, in famiglia la comunicazione è deformata e il tavolo delle psicosi è imbandito. Si reprimono emozioni e non si parla.
In certe situazioni, anche Pirandello non ‘spiccicherebbe cosa’, ma nella tavola imbandita di un ospedale psichiatrico, Giuda e i silenti, diventerebbero simpatici perché riconoscibili e prevedibili. Ecco, in certi tipi di comunicazione manca il filtro della prevedibilità, del già noto, dell’inatteso che fa sorridere, dell’approvazione.
E allora accettala quella comunicazione paradossale, guarda quelle mani che si stringono e si vogliono bene. Ascolta quelle parole inadatte. Sono i tuoi genitori. Sono carini. Se ti parlano in un linguaggio che non ti piace, con argomenti che ti fanno incazzare, impara a riderci sopra e a divertirti di atteggiamenti caricaturali.
E’ dentro di te che devi fare qualcosa. Fai l’upgrade di una nuova faccia, di una nuova disposizione e di un nuovo sorriso.
Parti da dentro, osserva e gestisci i tuoi stati interni, metti il filtro, sposta la prospettiva, entra nel gioco paradossale, divertiti, rispondi su quella lunghezza d’onda. Non sulla tua, non su quella del passato, né su quella parte di te che reclama un legittimo riconoscimento, ma quella del gioco, quella di adesso, quella delle trasformazioni che si vivono solo nei sogni.
Che ti frega? Accetta quella realtà! Accettali come sono!
Il problema, se ci guardi bene, non c’è. Basta non vederlo dalla prospettiva che ti fa essere tirato come una fionda e pronto a scattare allo sparo della prima parola o atteggiamento.
Fatti un giro intorno, diventa il Copernico della situazione, fai i conteggi giusti, affronta due o tre inquisizioni interiori e catapultati nel 3000, e comincia a produrre ricordi del futuro.
Fischia, balla, spapocchiati, fai anche tu cose strane: fuggi in mezzo alla natura, ascolta bene i tuoi movimenti interiori e indossa le cose belle della vita. Di tanto in tanto, lascia il governo dei tuoi pensieri a quell’inconscio che è corpo, energia, fantasia, azione.
Dai babe, è ora, comincia da te!
In certe situazioni, anche Pirandello non ‘spiccicherebbe cosa’, ma nella tavola imbandita di un ospedale psichiatrico, Giuda e i silenti, diventerebbero simpatici perché riconoscibili e prevedibili. Ecco, in certi tipi di comunicazione manca il filtro della prevedibilità, del già noto, dell’inatteso che fa sorridere, dell’approvazione.
E allora accettala quella comunicazione paradossale, guarda quelle mani che si stringono e si vogliono bene. Ascolta quelle parole inadatte. Sono i tuoi genitori. Sono carini. Se ti parlano in un linguaggio che non ti piace, con argomenti che ti fanno incazzare, impara a riderci sopra e a divertirti di atteggiamenti caricaturali.
E’ dentro di te che devi fare qualcosa. Fai l’upgrade di una nuova faccia, di una nuova disposizione e di un nuovo sorriso.
Parti da dentro, osserva e gestisci i tuoi stati interni, metti il filtro, sposta la prospettiva, entra nel gioco paradossale, divertiti, rispondi su quella lunghezza d’onda. Non sulla tua, non su quella del passato, né su quella parte di te che reclama un legittimo riconoscimento, ma quella del gioco, quella di adesso, quella delle trasformazioni che si vivono solo nei sogni.
Che ti frega? Accetta quella realtà! Accettali come sono!
Il problema, se ci guardi bene, non c’è. Basta non vederlo dalla prospettiva che ti fa essere tirato come una fionda e pronto a scattare allo sparo della prima parola o atteggiamento.
Fatti un giro intorno, diventa il Copernico della situazione, fai i conteggi giusti, affronta due o tre inquisizioni interiori e catapultati nel 3000, e comincia a produrre ricordi del futuro.
Fischia, balla, spapocchiati, fai anche tu cose strane: fuggi in mezzo alla natura, ascolta bene i tuoi movimenti interiori e indossa le cose belle della vita. Di tanto in tanto, lascia il governo dei tuoi pensieri a quell’inconscio che è corpo, energia, fantasia, azione.
Dai babe, è ora, comincia da te!