
Le terapie psicologiche hanno affrontato molti nemici: il trauma, il conflitto, la carenza. Oggi la sfida riguarda la relazione con gli altri e la propria creatività in azione.
Il nostro muoverci verso la vita trova nello sviluppo psicologico la dimensione cruciale della nostra salute mentale e della nostra crescita biologica, culturale e sociale.
I modelli della salute psicologici, ipotizzati da S. Freud studiando casi clinici, hanno evidenziato l’esistenza, prima del trauma sessuale e successivamente dei conflitti intrapsichici. Secondo questi modelli saremmo attraversati da forze (pulsioni, Eros, Thanatos) in competizione tra loro che tenderebbero a prevaricarci se non ci fossero delle strutture psichiche che svolgono la funzione di controllo e mediazione: il Super Io, l’Io e il Sè.
Le ricerche degli anni 40’/50’ però hanno aperto un ricco dibattito sul ruolo delle relazioni sociali sulla salute psicologica, in particolare sul comportamento dei genitori, rei di generare o meno carenza nella percezione della fiducia e dell’amore nella crescita evolutiva dei figli. E ne è emerso un quadro penalizzante della figura genitoriale, colpevole di stabilire legami di accudimento e di attaccamento insufficienti.
Ma è con gli anni 80’ e gli studi longitudinali sulla crescita e la salute del bambino che si è capito che noi ci costituiamo e cresciamo attraverso esperienze relazionali di sintonizzazione convalidante: di riconoscimento del bisogno altrui, di accordo e di soddisfazione. Pena l’attivazione di forme di disagio comportamentale di rigidità e inflessibilità, di fragilità e vulnerabilità, di coazione a ripetere, di dipendenza. di compiacenza all’altro, di non credere più ai significati biologici, emotivi e psicologici della nostra esperienza più intima.
E’ una complessità di fattori che oggi richiede una nuova lettura della salute e una nuova alleanza con il prossimo. Ci invita a lasciare i modi vittimistici di confronto con la realtà e ci responsabilizza nella restaurazione e attivazione delle nostre capacità biofile, fatte di competenze emotive correttive, di modi di porsi in relazioni cooperative, di azioni creative, di organizzazioni individuali flessibili.
Il nostro muoverci verso la vita trova nello sviluppo psicologico la dimensione cruciale della nostra salute mentale e della nostra crescita biologica, culturale e sociale.
I modelli della salute psicologici, ipotizzati da S. Freud studiando casi clinici, hanno evidenziato l’esistenza, prima del trauma sessuale e successivamente dei conflitti intrapsichici. Secondo questi modelli saremmo attraversati da forze (pulsioni, Eros, Thanatos) in competizione tra loro che tenderebbero a prevaricarci se non ci fossero delle strutture psichiche che svolgono la funzione di controllo e mediazione: il Super Io, l’Io e il Sè.
Le ricerche degli anni 40’/50’ però hanno aperto un ricco dibattito sul ruolo delle relazioni sociali sulla salute psicologica, in particolare sul comportamento dei genitori, rei di generare o meno carenza nella percezione della fiducia e dell’amore nella crescita evolutiva dei figli. E ne è emerso un quadro penalizzante della figura genitoriale, colpevole di stabilire legami di accudimento e di attaccamento insufficienti.
Ma è con gli anni 80’ e gli studi longitudinali sulla crescita e la salute del bambino che si è capito che noi ci costituiamo e cresciamo attraverso esperienze relazionali di sintonizzazione convalidante: di riconoscimento del bisogno altrui, di accordo e di soddisfazione. Pena l’attivazione di forme di disagio comportamentale di rigidità e inflessibilità, di fragilità e vulnerabilità, di coazione a ripetere, di dipendenza. di compiacenza all’altro, di non credere più ai significati biologici, emotivi e psicologici della nostra esperienza più intima.
E’ una complessità di fattori che oggi richiede una nuova lettura della salute e una nuova alleanza con il prossimo. Ci invita a lasciare i modi vittimistici di confronto con la realtà e ci responsabilizza nella restaurazione e attivazione delle nostre capacità biofile, fatte di competenze emotive correttive, di modi di porsi in relazioni cooperative, di azioni creative, di organizzazioni individuali flessibili.