
E’ certamente frustrante accorgersi che gli amici non chiamano e rispondono ‘presente’ solo se vengono rincorsi, messaggiati, motivati.
Si possono fare considerazioni anche difficili su se stessi: ’non sono interessante’, ’forse non ho veri amici’, ’sono superficiale e tendo più a prendere che a dare’; e convivere con una sensazione di incapacità rispetto al proprio modo di relazionarsi.
Chissà se usare strategie potrebbe essere utile per avere più amici e più popolarità. Probabilmente sì, ma nessuno si sognerebbe di applicare una formula meccanica o ‘magica’.
Però, può essere utile una breve analisi dei passi che avvengono normalmente nelle relazioni e che le fanno sviluppare con qualità e soddisfazione.
Il primo passo è certamente un buon ascolto dell’altro, insieme alle conferme significative di un riconoscimento di sentimenti, di azioni, di comportamenti che qualificano il proprio essere ‘amici’.
Il secondo passo è il tempo dedicato, è l’energia gravitazionale che si impiega nell’ampliare i canali comunicativi, dal pensiero, alle chiacchiere, al fare insieme.
Il terzo è la disponibilità a ‘dare’: affetto, vicinanza, conforto, sostegno. Il darsi all’altro, è un offrirsi alla reciprocità dello scambio, alla generosità degli apprezzamenti e della sincerità reciproca, alla circolazione di un’energia vitale, sorridente e ironica, all’attenzione intensa ed esclusiva.
Insomma, se per campare dobbiamo imparare a sognare, per avere amici dobbiamo impegnarci nella splendida arte del comunicare.
Si possono fare considerazioni anche difficili su se stessi: ’non sono interessante’, ’forse non ho veri amici’, ’sono superficiale e tendo più a prendere che a dare’; e convivere con una sensazione di incapacità rispetto al proprio modo di relazionarsi.
Chissà se usare strategie potrebbe essere utile per avere più amici e più popolarità. Probabilmente sì, ma nessuno si sognerebbe di applicare una formula meccanica o ‘magica’.
Però, può essere utile una breve analisi dei passi che avvengono normalmente nelle relazioni e che le fanno sviluppare con qualità e soddisfazione.
Il primo passo è certamente un buon ascolto dell’altro, insieme alle conferme significative di un riconoscimento di sentimenti, di azioni, di comportamenti che qualificano il proprio essere ‘amici’.
Il secondo passo è il tempo dedicato, è l’energia gravitazionale che si impiega nell’ampliare i canali comunicativi, dal pensiero, alle chiacchiere, al fare insieme.
Il terzo è la disponibilità a ‘dare’: affetto, vicinanza, conforto, sostegno. Il darsi all’altro, è un offrirsi alla reciprocità dello scambio, alla generosità degli apprezzamenti e della sincerità reciproca, alla circolazione di un’energia vitale, sorridente e ironica, all’attenzione intensa ed esclusiva.
Insomma, se per campare dobbiamo imparare a sognare, per avere amici dobbiamo impegnarci nella splendida arte del comunicare.