
Si legge di tutto per capire l’altro: il marito, i figli, se stessi. Libri sulle emozioni, sulla comunicazione, sulla fine di un rapporto. Libri fai da te, per cercare risposte alle proprie domande inquiete, sul futuro, sul come essere d’ora in avanti.
La ricerca è spinta dal turbamento, dalla preoccupazione, dalla paura, dall’ansia. Dalla complessità dei rapporti che sono ormai irrimediabilmente cambiati e dal non ritrovarsi più nei propri panni.
Si cercano i problemi nell’altro.
Il compagno sta male (‘bisogna che lo aiuti’, non se ne rende conto).
In realtà vive il ‘disagio’ di una nuova libertà.
I figli sono distanti (‘vedi come stanno male?’, hanno bisogno di sostegno).
In realtà si cerca la loro complicità come bisogno di rassicurazione.
La persona stessa non si riconosce più (‘sto male!’, ho bisogno di risposte).
In realtà cerca interpretazioni, diagnosi e strategie sotto un lampione senza luce.
Si cercano le risposte dall’altro, dai figli, dallo psicologo di turno e si cercano le cause, si fanno diagnosi, si ipotizzano profilassi e terapie per capire come uscire dalle proprie spiacevoli emozioni e frustrazioni. Si cerca di capire come cambiare l’esterno, mentre la risposta è in se stessi, nelle proprie reazioni, emozioni e bisogni.
Le emozioni sono la paura della solitudine e dell’abbandono. L’ansia e la tristezza vengono condite di pensieri che friggono il cervello, tolgono il sonno e il piacere del vivere quotidiano.
Anche i bisogni sono chiari. Bisogno d’amore, di affetto, di famiglia, di identità.
Ma si cerca di lenire le proprie inquietudini attraverso l’altro. Si cerca di capire l’altro per motivarlo alla riflessione, al suo ritorno, ad un cambiamento che non si sa più cos’è. Se serve, anche con le minacce, la violenza verbale, l’avvocato, i giudici, la critica sociale.
Sono tutte cose che accadono e che hanno una loro efficacia.
Se si vuole cambiare l’ambiente sollecitandolo con il giudizio (colpa), la responsabilità (dovere) o la minaccia (potere), funziona. Di certo si faranno i conti con la sfiducia, i legami spezzati e le vecchie abitudini.
Se si cerca, invece, di mettere mano alle proprie emozioni e si riconoscono i propri bisogni, è probabile che, qualsiasi cosa accada, si sia più pronti a ricostruire un rapporto e/o ad iniziare una nuova vita.
La ricerca è spinta dal turbamento, dalla preoccupazione, dalla paura, dall’ansia. Dalla complessità dei rapporti che sono ormai irrimediabilmente cambiati e dal non ritrovarsi più nei propri panni.
Si cercano i problemi nell’altro.
Il compagno sta male (‘bisogna che lo aiuti’, non se ne rende conto).
In realtà vive il ‘disagio’ di una nuova libertà.
I figli sono distanti (‘vedi come stanno male?’, hanno bisogno di sostegno).
In realtà si cerca la loro complicità come bisogno di rassicurazione.
La persona stessa non si riconosce più (‘sto male!’, ho bisogno di risposte).
In realtà cerca interpretazioni, diagnosi e strategie sotto un lampione senza luce.
Si cercano le risposte dall’altro, dai figli, dallo psicologo di turno e si cercano le cause, si fanno diagnosi, si ipotizzano profilassi e terapie per capire come uscire dalle proprie spiacevoli emozioni e frustrazioni. Si cerca di capire come cambiare l’esterno, mentre la risposta è in se stessi, nelle proprie reazioni, emozioni e bisogni.
Le emozioni sono la paura della solitudine e dell’abbandono. L’ansia e la tristezza vengono condite di pensieri che friggono il cervello, tolgono il sonno e il piacere del vivere quotidiano.
Anche i bisogni sono chiari. Bisogno d’amore, di affetto, di famiglia, di identità.
Ma si cerca di lenire le proprie inquietudini attraverso l’altro. Si cerca di capire l’altro per motivarlo alla riflessione, al suo ritorno, ad un cambiamento che non si sa più cos’è. Se serve, anche con le minacce, la violenza verbale, l’avvocato, i giudici, la critica sociale.
Sono tutte cose che accadono e che hanno una loro efficacia.
Se si vuole cambiare l’ambiente sollecitandolo con il giudizio (colpa), la responsabilità (dovere) o la minaccia (potere), funziona. Di certo si faranno i conti con la sfiducia, i legami spezzati e le vecchie abitudini.
Se si cerca, invece, di mettere mano alle proprie emozioni e si riconoscono i propri bisogni, è probabile che, qualsiasi cosa accada, si sia più pronti a ricostruire un rapporto e/o ad iniziare una nuova vita.