
Per un genitore, il desiderio di aiutare un familiare, un amico, un conoscente, a trovare il respiro della fiducia, della pazienza, della speranza, in modo disinteressato, si traduce a volte in risposte di invidia, freddezza, rancore.
Perché? Perché, soprattutto in ambiti familiari è così difficile essere riconoscenti?
E’ probabile che nella mente dell’aiutato non si compia la rappresentazione mentale della diversità, del confine io/tu, dello specchio in cui ci si riflette: si vede l’altro come un oggetto, un arnese, un prolungamento del proprio essere.
Ma è difficile comporre la propria vita se non si trovano le parole per dare un senso a ciò che si condivide. Pena la sensazione del bisogno, dell’impotenza, della paura, mascherata da fragilità e necessità.
Probabilmente è una sensazione difficile da sopportare quella di restituire un grazie, un sentimento, e ricambiare l’aiuto, le cure e le attenzioni ricevute.
Aiutare qualcuno a superare un momento difficile è, invece, un dono, un’azione di generosità, un atto morale senza attesa di ricambio. E’ una vibrazione continua in cui due persone avvicinano le loro mani, i loro sguardi, il loro cuore. La paura, l’invidia, la gelosia, assegnano a quello scambio un tempo e uno spazio angusti e bui.
All’opposto, il riconoscimento, il dialogo, il sostegno, sono le carezze di cui tutti abbiamo più bisogno: rendono la vita meno amara e aiutano a non restare ‘figli per sempre’.
Perché? Perché, soprattutto in ambiti familiari è così difficile essere riconoscenti?
E’ probabile che nella mente dell’aiutato non si compia la rappresentazione mentale della diversità, del confine io/tu, dello specchio in cui ci si riflette: si vede l’altro come un oggetto, un arnese, un prolungamento del proprio essere.
Ma è difficile comporre la propria vita se non si trovano le parole per dare un senso a ciò che si condivide. Pena la sensazione del bisogno, dell’impotenza, della paura, mascherata da fragilità e necessità.
Probabilmente è una sensazione difficile da sopportare quella di restituire un grazie, un sentimento, e ricambiare l’aiuto, le cure e le attenzioni ricevute.
Aiutare qualcuno a superare un momento difficile è, invece, un dono, un’azione di generosità, un atto morale senza attesa di ricambio. E’ una vibrazione continua in cui due persone avvicinano le loro mani, i loro sguardi, il loro cuore. La paura, l’invidia, la gelosia, assegnano a quello scambio un tempo e uno spazio angusti e bui.
All’opposto, il riconoscimento, il dialogo, il sostegno, sono le carezze di cui tutti abbiamo più bisogno: rendono la vita meno amara e aiutano a non restare ‘figli per sempre’.