
La realtà dell’amore la possiamo vedere come un gioco di specchi dove si narrano storie dentro storie, romanzi e telenovele senza fine.
Ogni specchio è un mondo che fa presa sui protagonisti, cattura il loro pensiero, magnetizza le loro menti.
E così, chi deve decidere qualcosa, ad esempio di separarsi, può avvertire pressioni e angosce che lo obbligano a chiarire il proprio disegno: ‘liberare il corpo e la mente e vivere tutto fino in fondo prima di cambiare vita’.
Chi invece si aspetta decisioni, l’amante, non capisce più se sta vivendo una storia o una telenovela.
Se si tratta di una storia, soffre perché consuma gradualmente ‘il tempo inutile dell’attesa d’amore’.
Se si tratta di una telenovela a puntate, si ritrova in un ‘labirinto’ paradossale. Se decide di chiudere la storia per prima, la sofferenza della decisione si trasforma in un angoscioso abbandono. Se chiede attenzione, rischia di non farlo al momento giusto e potrebbe essere la fine del rapporto. Se non fa nulla, si ritrova in un film di pensieri ossessivi.
Dovunque si muova, all’interno del copione ‘ci siamo amati come nessuno’, l’amante è imprigionata in uno specchio surreale.
Per ritrovarsi e fare coppia con se stessa, per uscire dalla trappola di un amore riflesso, deve formulare domande ‘potenti’, crude … ma salvifiche: ‘se dici di amarmi, come puoi farmi soffrire così tanto?’; ‘Ti sento così distante che mi chiedo come hai fatto ad aprire il tuo cuore all’amore?’; ‘Quanto durerà questo periodo?’; ‘Che domani mi riservi se dovessi aver bisogno di te?’; ‘Ci sarà ancora energia per noi, alla fine di questo percorso?’; ‘Non è che, per caso, pensi soprattutto a te stesso?
Le domande ‘acerbe’, talvolta invitano a ragionare e a spegnere i sentimenti, ma soprattutto servono a vedere nuovamente se stessi, più che lo specchio.
Invitano ad avere la serenità dell’osservatore e la freddezza di chi se ne frega; la maturità di chi sa attendere che la risposta arrivi, senza perdere il filo della propria vita nelle incertezze dell’altro.
Un motto di orgoglio per decidere di percepire il proprio equilibrio e il proprio sentire, fiero e paziente. Al di là degli eventi.
Ogni specchio è un mondo che fa presa sui protagonisti, cattura il loro pensiero, magnetizza le loro menti.
E così, chi deve decidere qualcosa, ad esempio di separarsi, può avvertire pressioni e angosce che lo obbligano a chiarire il proprio disegno: ‘liberare il corpo e la mente e vivere tutto fino in fondo prima di cambiare vita’.
Chi invece si aspetta decisioni, l’amante, non capisce più se sta vivendo una storia o una telenovela.
Se si tratta di una storia, soffre perché consuma gradualmente ‘il tempo inutile dell’attesa d’amore’.
Se si tratta di una telenovela a puntate, si ritrova in un ‘labirinto’ paradossale. Se decide di chiudere la storia per prima, la sofferenza della decisione si trasforma in un angoscioso abbandono. Se chiede attenzione, rischia di non farlo al momento giusto e potrebbe essere la fine del rapporto. Se non fa nulla, si ritrova in un film di pensieri ossessivi.
Dovunque si muova, all’interno del copione ‘ci siamo amati come nessuno’, l’amante è imprigionata in uno specchio surreale.
Per ritrovarsi e fare coppia con se stessa, per uscire dalla trappola di un amore riflesso, deve formulare domande ‘potenti’, crude … ma salvifiche: ‘se dici di amarmi, come puoi farmi soffrire così tanto?’; ‘Ti sento così distante che mi chiedo come hai fatto ad aprire il tuo cuore all’amore?’; ‘Quanto durerà questo periodo?’; ‘Che domani mi riservi se dovessi aver bisogno di te?’; ‘Ci sarà ancora energia per noi, alla fine di questo percorso?’; ‘Non è che, per caso, pensi soprattutto a te stesso?
Le domande ‘acerbe’, talvolta invitano a ragionare e a spegnere i sentimenti, ma soprattutto servono a vedere nuovamente se stessi, più che lo specchio.
Invitano ad avere la serenità dell’osservatore e la freddezza di chi se ne frega; la maturità di chi sa attendere che la risposta arrivi, senza perdere il filo della propria vita nelle incertezze dell’altro.
Un motto di orgoglio per decidere di percepire il proprio equilibrio e il proprio sentire, fiero e paziente. Al di là degli eventi.