
Quando si percepisce, da una lato, l’impotenza nell’affrontare la vita, il proprio essere madre e padre, compagno e, dall’altro, l’onnipotenza che contraddistingue chi ha tutte le risposte in tasca, bisogna uscire fuori dagli schemi normali e avere voglia di ascoltare e fare cose diverse.
Ascoltare chi e fare cosa, dunque?
Il motto sarebbe che chi ha un orecchio solo, non è rovinato se sarà ‘il miglior uditore del mondo’. Personaggi come Bebe Vio o Alex Zanardi, nelle loro fatalità, ne sono un magnifico esempio: giganteggiano nella malasorte.
Ma veniamo a noi normali. Se si prova ansia per qualsiasi cosa succeda, si potrà avere l’accortezza di utilizzare le proprie risorse personali, spesso nascoste, per convertire le forze in opportunità di crescita psicologica e spirituale.
L’importante è scoprire e recuperare la propria identità integra e sana, indipendente dallo stato di disagio che si percepisce.
E come si fa se il nostro IO dice ‘di fronte alle avversità, sorridi’ e il nostro alter ego invece dice ‘combatti, opponiti, minaccia, colpisci’? Come fare quando l’umore è soverchiante, i problemi esterni assillanti e la voglia di cercare soluzioni immediate risolve solo in parte il nostro bisogno di trovare un equilibrio?
Occorre chiedersi ‘qual è la convinzione che abbiamo mentre siamo al confine della foresta’.
Possiamo sentirci impotenti, incapaci, inutili e non piace a nessuno. Possiamo anche cercare soluzioni palliative per giustificare le nostre avversità. Ma è da li che si può partire, dal recupero del nostro io che dice ’si, sono impotente, ma non posso proprio farci niente? O posso, invece, respirare, pensare diversamente, guardare meglio, accettare quello che viene?’
E non possiamo ulteriormente chiederci, assimilando la buona medicina del dialogo con se stessi, ‘nonostante tutto ciò che mi accade, come mi piacerebbe sentirmi, invece?’
Quando ci troviamo nella scomoda posizione di combattere con i nostri demoni, dobbiamo ascoltare noi stessi, recepirne le istanze e vedere con gli occhi della mente con quale parte di noi comunicare. Alla fine, ego (Io) e alter ego (non io, altro da me ), siamo sempre ‘noi’ ed è attraverso il loro dialogo che troviamo le risposte.
E anche se non le troviamo subito, 'non dobbiamo arrenderci’!
Ascoltare chi e fare cosa, dunque?
Il motto sarebbe che chi ha un orecchio solo, non è rovinato se sarà ‘il miglior uditore del mondo’. Personaggi come Bebe Vio o Alex Zanardi, nelle loro fatalità, ne sono un magnifico esempio: giganteggiano nella malasorte.
Ma veniamo a noi normali. Se si prova ansia per qualsiasi cosa succeda, si potrà avere l’accortezza di utilizzare le proprie risorse personali, spesso nascoste, per convertire le forze in opportunità di crescita psicologica e spirituale.
L’importante è scoprire e recuperare la propria identità integra e sana, indipendente dallo stato di disagio che si percepisce.
E come si fa se il nostro IO dice ‘di fronte alle avversità, sorridi’ e il nostro alter ego invece dice ‘combatti, opponiti, minaccia, colpisci’? Come fare quando l’umore è soverchiante, i problemi esterni assillanti e la voglia di cercare soluzioni immediate risolve solo in parte il nostro bisogno di trovare un equilibrio?
Occorre chiedersi ‘qual è la convinzione che abbiamo mentre siamo al confine della foresta’.
Possiamo sentirci impotenti, incapaci, inutili e non piace a nessuno. Possiamo anche cercare soluzioni palliative per giustificare le nostre avversità. Ma è da li che si può partire, dal recupero del nostro io che dice ’si, sono impotente, ma non posso proprio farci niente? O posso, invece, respirare, pensare diversamente, guardare meglio, accettare quello che viene?’
E non possiamo ulteriormente chiederci, assimilando la buona medicina del dialogo con se stessi, ‘nonostante tutto ciò che mi accade, come mi piacerebbe sentirmi, invece?’
Quando ci troviamo nella scomoda posizione di combattere con i nostri demoni, dobbiamo ascoltare noi stessi, recepirne le istanze e vedere con gli occhi della mente con quale parte di noi comunicare. Alla fine, ego (Io) e alter ego (non io, altro da me ), siamo sempre ‘noi’ ed è attraverso il loro dialogo che troviamo le risposte.
E anche se non le troviamo subito, 'non dobbiamo arrenderci’!